lunedì 6 dicembre 2010

Recensione: Saint Seiya The Hades Chapter - Sanctuary (I Cavalieri dello Zodiaco - Hades)

SAINT SEIYA THE HADES CHAPTER: SANCTUARY
Titolo originale: Saint Seiya Meiou Hades - Juuni Kyuu-hen
Regia: Shigeyasu Yamauchi
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Masami Kurumada)
Sceneggiatura: Michiko Yokote
Character Design: Shingo Araki, Michi Himeno
Musiche: Seiji Yokoyama
Studio: Toei Animation
Formato: serie OVA di 13 episodi (durata ep. 25 min. circa)
Anni di uscita: 2002 - 2003


Ogni 200 anni l'umanità assiste ciclicamente al ripetersi della Guerra Sacra, devastante conflitto che avviene tra i Sacri Guerrieri della Dea Athena e gli Specter del Re degli Inferi Hades. Ad aprire questa volta le ostilità sono Shion, ex sacerdote di Athena e precedente Gold Saint dell'Ariete, e altri Cavalieri d'Oro sconfitti da Seiya e compagni in passato che, riportati in vita da Hades e giurata a lui obbedienza, si dirigono al Sanctuary per uccidere Saori. Questo porta a schierarsi contro di loro i Gold Saint a lei rimasti fedeli, tra cui Kanon, che ha preso il posto di Saga come Sacro Guerriero di Gemini dopo i tragici fatti di Poseidon. Purtroppo i traditori saranno aiutati, nella loro scalata al Tempio di Athena, anche da numerosi Specter infernali direttamente provenienti dall'Oltretomba.

A fine anni '80 del secolo appena passato, Toei Animation interrompe la trasposizione animata di Saint Seiya (1985), arenando le avventure dei Cavalieri dello Zodiaco nell'anonima saga di Poseidon. Motivo: l'aver raggiunto il manga, e il conseguente rifiuto di creare un'altra serie filler come quella fallimentare di Asgard nell'attesa che l'originale fornisse abbastanza materiale per proseguire con l'adattamento. Nell'arco degli anni milioni di fan da tutto il mondo non abbandoneranno la speranza di veder concluso in animazione il fumetto di Masami Kurumada, orfano di quella saga di Hades che, paradossalmente, è tra le migliori dell'opera, ma rimarranno sempre a bocca asciutta. Nel 1990, però, ecco che esce nel mercato musicale nipponico Saint Seiya Hades Chapter, un Image Album contenente un riassunto, comprensivo di dialoghi, musiche e screenshot fittizi creati da Toei, di buona parte degli avvenimenti del mai visto filone narrativo: qualcosa bolle in pentola? No, un onesto contentino, ma ancora nulla sul fronte animato. Il miracolo avviene finalmente un decennio dopo, nei primi anni del 2000, quando il boom di vendite di alcuni manga di Kurumada (Ring ni Kakero 2 e in particolar modo l'enciclopedia/databook Saint Seiya Taizen) e, si vocifera, anche il successone di un promo fan-made proiettato al festival francese Cartoonist di Toulon (a cui hanno assistito vertici Toei), convince lo studio che esistono presupposti concreti per un revival della serie1.

Stretta alleanza con il colosso Bandai Visual, lo studio si ritrova il 9 novembre 2002 a rilasciare i primi episodi (in anteprima sul canale a pagamento Animax) di Saint Seiya The Hades Chapter: Sanctuary, primo capitolo di una trilogia OVA che, nell'arco totale di 31 episodi, andrà a trasporre interamente l'arco narrativo. Il sogno si avvera: la produzione, ad altissimo budget (oltre 50 milioni di yen a video2) e con disegni e animazioni affidate, giustamente, all'artefice del grande successo della serie televisiva, Shingo Araki, ha un successo tale (30.000 copie il solo primo DVD3) da superare le più rosee aspettative, arrivando addirittura a creare le condizioni per dare il via a un progetto fino a prima inimmaginabile: un seguito e un finale allo stesso manga (concluso in anticipo sui tempi nel 1991) animando la mai realizzata saga dei Cieli, mentalmente elaborata ma mai disegnata da Kurumada. La nuova operazione sarà legata a doppio filo con la trasposizione della saga di Hades, tanto da influenzarla pesantemente con le sue vicissitudini produttive, ma questa è un'altra storia. Quello che c'è di importante da sapere è che, nonostante gli accennati guai che arriveranno, Sanctuary nei suoi 13 episodi è tra le cose migliori mai prodotte in animazione per il brand Saint Seiya.


In questa miniserie, il mastodontico budget profuso da Bandai Visual si nota in ogni istante. Girata con una perizia tecnica notevole, la versione animata dei primi quattro volumi della saga di Hades strabilia con uno spettacolo visivo di prim'ordine, orchestrato da splendidi disegni amalgamati con avanzate tecniche CG. Stare a guardare gli effetti speciali degli attacchi dei Sacri Guerrieri, il Cosmo da essi sprigionato, le Cloth scintillanti e la notevolissima fisicità delle ottime animazioni è una sensazione che non merita di essere solo descritta, ma assaporata con contemplazione. Imprescindibile a riguardo l'apporto del regista Shigeyasu Yamauchi, da sempre onesto mestierante dedito a film celebrativi tratti da anime di successo (tutta roba da Toei Manga Matsuri, insomma) e qui nel lavoro della sua carriera, abile a sfruttare al 100% il budget per creare scene dal fortissimo impatto lirico. Memorabile anche il ritorno di Shingo Araki, che sforna una prova superba reinterpretando ancora una volta, in modo ancor più moderno e accattivante, i basilari tratti kurumadiani. Ci si potrebbe, certo, rimanere male per il fatto che il nome del compositore Seiji Yokoyama sia inserito nei credits quando in realtà il suo contributo è nullo, visto che l'intera colonna sonora è riciclata da quella televisiva (neanche un brano inedito), ma risulta tuttavia difficile lamentarsi delle sue composizioni orchestrali ed ellenicheggianti, prive di novità ma sempre meravigliose.

Nei vanno cercati nella piattezza delle sigle (la ruffiana e sonnolenta opening Chikyugi e lo strazio musicale conclusivo rappresentato da Kimi to Onaji Aozora), nel lento ritmo narrativo dei primi episodi e soprattutto in una, in particolare, fra le tante aggiunte volute da Yamauchi (alcune delle quali, si sussurra, sia stato addirittura Kurumada a richiederle alla sceneggiatrice Michiko Yokote, ma senza nulla di ufficiale...) allo script originale del manga, concernente i cinque Bronze Saint di Athena. La saga di Hades, infatti, per 1/3 della sua durata (quella rappresentata da Sanctuary) è curiosamente interpretata dai soli Gold Saint: gli eroi classici fanno, se non da tappezzeria, giusto da comprimari, rendendosi utili principalmente nelle battute finali. Per questo il regista, pensando di fare cosa gradita, decide di dedicare loro più screentime4. In un caso, però, la cosa porta a un risultato deleterio: mi riferisco all'idea, balorda, di far resuscitare per l'occasione anche i Silver Saint nelle vesti di traditori schierati dalla parte di Hades, da usare come "carne da macello" contro gli eroi. La trovata risulterà, come si apprenderà quando saranno svelati i veri scopi di Shion e dei Gold Saint nemici, narrativamente davvero incoerente, e verrà addirittura risolta in modo ancora più stupido (i nemici sono abbattuti in un lampo da Bronze Saint privi di armatura, ormai si è perso il conto di quante volte venga mandata a quel paese la regola che la Cloth non può essere danneggiata da umani privi di essa). Aveva davvero senso inserire questa stupidaggine sapendo già in anticipo (manga concluso da tempo) quanto fosse dannosa? Lo diranno i posteri. Buona parte delle altre modifiche, in compenso, che pur senza cambiare troppo il fumetto rendono più epiche le battaglie, più varie le ambientazioni e più approfonditi determinati personaggi, sono da applausi.

Sanctuary è dunque un'opera di alto livello. La storia, intrigante, chiarisce diversi misteri che gli spettatori storici si sono sempre posti (come fa il maestro di Shiryu a indossare l'armatura di Libra? Perché il suo aspetto decrepito? Che poteri ha il Gold Saint di Aries? Perché i Gold Saint non hanno aiutato Seiya e gli altri contro Poseidon?), regala colpi di scena notevoli, diverse morti illustri, nuovi carismatici avversari e migliora in più punti il manga. Da non dimenticare neanche la sua imprevedibilità: anche se può far storcere il naso l'idea di una nuova scalata delle Dodici Case dello Zodiaco (e Dio solo sa in quanti altri manga e anime futuri di Saint Seiya verrà riproposta la cosa), almeno questa volta parliamo di un arco narrativo in cui gli eroi non devono sconfiggere schematicamente un numero definito di avversari prima che giunga al termine un countdown, ma devono invece raggiungerli prima che arrivino al Tempio di Athena, affrontando al contempo gli Specter di Hades che cercano di rallentare il loro cammino. È poi molto originale l'idea dei Cavalieri d'Oro rimasti che diventano i nuovi protagonisti assoluti della vicenda. Il finale, pieno di scontri epici, culmina con un cliffhanger emotivo che si fa ricordare. Per i fan e chiunque sia cresciuto con la serie televisiva, addolorato dal finale storico pieno di domande lasciate senza risposta, Sanctuary costituisce visione imperativa.


Nota: per adesso Sanctuary è giunto in Italia solo attraverso un adattamento televisivo Mediaset estremamente dimenticabile, per "coerenza" adagiato sui nomi falsi, sulle età sballate e sul registro linguistico inventati dell'orrido adattamento carabelliano della storica serie televisiva. Se quest'ultima è almeno reperibile nei DVD Yamato Video con sottotitoli fedeli, per Sanctuary ancora niente, non essendo ancora stato distribuito ufficialmente.

Voto: 8 su 10

PREQUEL
I Cavalieri dello Zodiaco (1986-1989; TV)

SEQUEL
Saint Seiya The Hades Chapter: Inferno (2005-2007; serie OVA)
Saint Seiya The Hades Chapter: Elysion (2008; serie OVA)
Saint Seiya: Soul of Gold (2015; serie ONA)
Saint Seiya Ω (2012-2014; TV)


FONTI
1 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit) per quello che riguarda la notizia delle alte vendite dei due manga. Quella del video amatoriale viene da Kappa Magazine n. 136 (Star Comics, 2003, pag. 8)
2 Guido Tavassi, "Storia dell'animazione giapponese", Tunuè, 2012, pag. 393
3 Consulenza di Garion-Oh
4 Come sopra

1 commento:

Sara ha detto...

"discreta la opening "Chikyugi""...ma cosa mi dici dici mai?! E' una opening bellissima, non solo nel sonoro, ma anche nelle immagini, così poetiche. D'accordo escludiamo Shun che frigna (capirai che novità), però la sequenza iniziale con i petali di rosa che svolazzano e tutti i Gold Saint è validissima. Oltretutto è una sigla che suggerisce la drammaticità della trama, al contrario della solita ciofeca propinata dalla Mediaset (oltre che cacofonica e fuori luogo, si compone pure di un testo errato dal punto di vista sintattico), che, come giustamente sottolinei, è da ignorare come ogni loro altro atto barbarico sugli anime.
Dopo aver visto le prime serie, si rimane a bocca aperta nel vedere un prodotto spettacolare come il Sanctuary. Tanta attesa valeva la pena, peccato la piega che verrà presa dopo il Tenkai-hen...ma perchè Kurumada deve essere tanto permaloso?

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