mercoledì 14 settembre 2011

Recensione: Megazone 23 Part III

MEGAZONE 23 PART III
Titolo originale: Megazone 23 Part III
Regia: Kenichi Yatagai (ep.1), Shinji Aramaki (ep.2)
Soggetto: Shinji Aramaki
Sceneggiatura: Emu Arii
Character Design: Hiroyuki Kitazume, Haruhiko Mikimoto
Mechanical Design: Shinji Aramaki
Musiche: Keishi Urata
Studio: AIC, Artmic
Formato: serie OVA di 2 episodi (durata ep. 50 min. circa)
Anno di uscita: 1989
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Yamato Video


Non c'è che dire: con Megazone 23 Part II (1986) la storia ideata da Noboru Ishiguro negli anni '70 si chiudeva in modo più che soddisfacente, contribuendo a scolpire l'esaltante miniserie nella Storia dell'animazione home video. Dev'essere per questo motivo che tre anni dopo, quando AIC cerca disperatamente di lucrare ancora sulla saga realizzandone un terzo capitolo che non può che essere inutile brodo allungato, del vecchio staff e dei vecchi creatori non vi è rimasta traccia: sopravvive solo il mecha designer originale, Shinji Aramaki, che si incarica di scrivere il soggetto per una nuova avventura. Difficile inventare altri misteri nella vita di Shogo e Yui dopo che tutti i segreti di Bahamut sono stati svelati, e per questo la soluzione più facile per Aramaki è quella di chiudere definitivamente quelle vicende e ripartire da zero, con una storia e dei personaggi nuovi di zecca e un'ambientazione temporale posta cronologicamente molto tempo dopo, addirittura un secolo! Del vecchio Megazone 23 rimane giusto l'idol cibernetica Eve, a fungere da legame di continuità e a fornire il simbolo di riconoscimento della saga.

Negli anni del boom modaiolo del cyberpunk, Aramaki ne attinge a piene mani per inventarsi un thriller abbastanza derivativo (pur con qualche sorpresa). Cento anni dopo gli avvenimenti precedenti, la razza umana ricostruisce la sua civiltà nell'avveniristica megalopoli di Eden, paradiso artificiale contraddistinto dalla schedatura di ogni singolo abitante, registrato in un immenso network chiamato System. Eiji Takanaka, abile hacker in possesso del Garland appartenuto a Shogo, si ritrova al centro di una violenta guerra urbana tra le due potenti compagnie che si contendono la supremazia tecnologica della città, e durante gli scontri, in cui finisce suo malgrado, arriverà a risvegliare Eve. La vicenda, ripartita in due episodi, pur vantando un soggetto accettabile, è scritta in modo svogliato e confuso, trovando un risultato scialbo, sia per la mancanza di un'adeguata presentazione del background fantascientifico, sia per un brutto montaggio che taglia impietosamente sequenze funzionali alla comprensione dell'intreccio, sia per l'assenza di una presentazione quantomeno decente dei personaggi, tutti approssimativi e superficiali, specialmente il flebile protagonista Eiji. Lento e verboso, Megazone Part III racconta essenzialmente di come il ragazzo si sposti da un luogo all'altro, divertendosi con gli amici o in sala giochi, hackerando il System, parlando al contempo del mondo che gli sta attorno (con numerose, irritanti e indecifrabili terminologie tecniche) e facendo il filo - giusto per non farsi mancare nulla - alla bella cameriera Ryo Narahara di cui è invaghito. La contestualizzazione del background e delle ambientazioni viene affidata  a queste sue interazioni, affrontate da lui con un senso di indifferenza tale che sembra per il ragazzo siano le cose più tranquille e rilassanti del mondo - come se non avesse alcun timore delle conseguenze dei suoi gesti.



Non mancano, certo, i soliti ingredienti: scene di nudo e sesso gratuite e gustose (seppur sobrie, molto meno esplicite rispetto a quelle dell'episodio 2, con buona pace del coraggio dimostrato precedentemente), momenti d'azione a bordo del Garland e sparatorie con altri robottoni, qualche canzoncina J-Pop (stavolta dimenticabile), una nuova coltre di interrogativi sulle finalità dei due gruppi industriali che si spartiscono Eden e antagonisti ambigui che fanno il verso al vecchio B.D. Purtroppo, tutto sa di già visto, ed è ulteriormente appesantito da una regia anonima. Il risultato è una noia generale, a cui contribuisce anche il comparto tecnico. Non che le animazioni siano mediocri, ma sono più da media serie TV dell'epoca che da OVA, non reggendo il confronto con l'orgia tecnica delle puntate precedenti - cosa dovuta sicuramente alla scelta di un'avventura più dialogata che action, ma rimane il fatto che almeno nelle scene di azione era doveroso aspettarsi qualcosa di più. Dal superlativo si passa così al buono, e decade per questo motivo anche la nota, grande qualità passata delle movenze di mecha e personaggi. Il totale cambio di staff comporta anche il rimpiazzo del musicista Shiro Sagisu con Keishi Urata, non minimamente in grado di reggerne l'eredità (colonna sonora, quindi, del tutto insignificante), e infine colpiscono in negativo anche i disegni, con l'arrivo, dopo Toshiki Hirano e Yasuomi Umetsu, di Hiroyuki Kitazume, che negli anni precedenti si è costruito la fama con il chara design di Mobile Suit Gundam ZZ (1986), de Il contrattacco di Char (1988) e degli artwork di Mobile Suit Z Gundam (1985) e di Gaia Gear (1987).

Pur stimando molto lo stile laccato ed elegante dell'artista, ritengo che in questo caso il suo tratto non sia per niente adatto alla storia, contribuendo a renderla ulteriormente soporifera: così pulito e laccato, il suo segno infreddolisce una trama già di suo fin troppo lenta. Se anche è vero che la celebrità della saga di Megazone 23 derivi anche dalla sperimentazione grafica di ogni episodio, Kitazume, altrimenti adattissimo in altri contesti, qui è abbastanza fuori posto, in una vicenda che cercherebbe di essere seria e tenebrosa ma sembra solo un thriller patinato e fighetto. Da salvare, dell'artista, giusto i primi piani delle splendide ragazze, ma negli uomini (specialmente il protagonista Eiji) le linee così perfettine sono terribili, e aumentano gravemente il già ben marcato senso generale di aridità.

Totale fallimento? No. A dispetto di scomodi paragoni col passato, comunque, Megazone 23 Parte III raggiunge una stentata sufficienza. Pur noiosetto e con personaggi-macchietta, in più riprese si ricorda di far parte di una saga di un certo prestigio, e sotto questo punto di vista di esso sono apprezzabili il soggetto nella sua interezza (nonostante la brutta sceneggiatura), i rimandi al passato e specialmente la scoperta, nel finale, di che ne è stato di un certo personaggio-chiave. La conclusione, poi, è quantomeno accettabile. Tutto poteva essere realizzato infinitamente meglio e con scelte più ponderate nella composizione dello staff, ma in definitiva anche questo atto conclusivo ha un motivo di esistere e vale la sua visione per completezza - con la consapevolezza, a posteriori, che è stato comunque un bene che la saga si sia conclusa in questo modo prima di sputtanarsi ulteriormente, per "merito" dei suoi incassi inferiori a quelli già deludenti del predecessore1.


Edizione italiana in DVD, a cura di Yamato Video, in linea con quelle precedenti: ottimo doppiaggio e adattamento, ma totale assenza di extra.

Voto: 6 su 10

PREQUEL
Megazone 23 Part I (1985; OVA)
Megazone 23 Part II (1986; OVA)


FONTI
1 Kappa Magazine n. 6, Star Comics, 1992, pag. 125

4 commenti:

stefano ha detto...

Gentilissimo! Ma com'è che non l'hai postata in home page?!
Qui ho poco da dire, l'ho trovato piatto, noioso e inutile. Anche il chara, pulito e laccato come hai scritto, mi piace pochino in generale. Cioè, a prescindere dal fatto che sia poco adatto al contesto.
Di buono c'è che sembra "crescere" pian piano, pur rimanendo palloso fino alla fine, mostrando che con qualche accorgimento si poteva renderlo passabile.
Protagonista non così indegno, a differenza di Ryo (bel nome per una ragazza, niente da dire XD), che parte e rimane soltanto l'ombra di un eroe (lo Shogo dei primi due). Cioè, lui è un signor nessuno e glielo fanno pesare fino al finale (entra nella barriera del nemico solo perchè c'ha la card del 7-g operator)...così come pesa l'eredità dei primi due megazone su questo terzo episodio. Bocciato!

p.s.: ma sempre meglio di Dangaioh! :)

Jacopo Mistè ha detto...

"p.s.: ma sempre meglio di Dangaioh! :)"

Ahahah! Ma Megazone 23 è quasi sicuramente l'unico OVA anni '80 con una trama!

Comunque la rece l'avevo postata anni fa, solo che avevo fatto un unico papiro che trattava (superficialmente, a mio modo di vedere) l'intera trilogia. Ho preferito ripubblicare tutto spezzettandolo in tre schede, una a OVA, ampliando e aggiornando gli scritti - sempre lasciandolo nella data originale.

D'accordo comunque con la tua opinione sull'opera :D

Ron70 ha detto...

Il primo OAV di Devilman del 1987 una trama ce l'ha eccome!

Jacopo Mistè ha detto...

Riformulo: "Ma Megazone 23 è quasi sicuramente l'unico OVA anni '80 DAL SOGGETTO ORIGINALE con una trama!"

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