lunedì 21 novembre 2011

Recensione: Patlabor - The Movie

PATLABOR: THE MOVIE
Titolo originale: Kido Keisatsu Patlabor Gekijōban
Regia: Mamoru Oshii
Soggetto: Headgear
Sceneggiatura: Kazunori Ito
Character Design: Akemi Takada
Mechanical Design: Yutaka Izubuchi
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Production I.G
Formato: film cinematografico (durata 98 min. circa)
Anno di uscita: 1989
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di De Agostini

 
Un inquietante caso coinvolge la Seconda Sezione Veicoli Speciali: nell'ultimo mese molti labor "impazziscono" per la strade provocando il caos, senza essere guidati da nessuno. Goto e i suoi uomini iniziano a indagare, venendo a scoprire che tutto è legato al Sistema Operativo HOS loro inserito e contenente il virus Babele, sviluppato dall'ex programmatore Eiichi Hoba, recentemente morto suicida. Purtroppo le sue finalità erano ben lungi dall'essere solo il disordine...

Tre mesi prima dell'inizio del Patlabor televisivo, Headgear decide che il pubblico già conosce e ama i personaggi introdotti dalla miniserie pilota, seppur ancora embrionali, ed è già pronto a rivederli insieme. Concepisce così, con l'apporto alle animazioni del neonato studio I.G Tatsunoko - che pochi anni dopo abbandonerà ogni legame con lo studio di Tatsuo Yoshida divenendo Production I.G - e la produzione di Bandai (da qui la proiezione insieme ai corti di Mobile Suit SD Gundam Counterattack - Musha Gundam Visits, popolarissimo spin-off comico di Gundam), un primo, ambizioso film celebrativo. Patlabor: The Movie, questo il risultato finale, lungi dal definirsi un rappresentante ideale delle divertenti atmosfere che assume successivamente il franchise, viene invece fuori come un avvincente thriller, assurgendo a uno dei lungometraggi più famosi degli anni 80 e una delle grandi produzioni del regista Mamoru Oshii, in attesa del riconoscimento internazionale che ottiene qualche anno dopo con Ghost in the Shell.

Prima cosa che colpisce dell'opera è sicuramente l'avveniristico aspetto visivo e tecnico, frutto di un alto budget che si fa sentire in ogni fotogramma. La sinuosità totale delle animazioni, sopratutto nei combattimenti tra i labor (e i loro conseguenti, devastanti effetti nel paesaggio circostante), è proporzionale solo alla cura strabiliante nel design di location, mecha e personaggi. La futura Production I.G fa un lavoro eccezionale nel caratterizzarli con dettagli grafici maniacali che li rendono una gioia per gli occhi, così curati da diventare quasi protagonisti della storia. Un aspetto grafico all'avanguardia, privo del minimo intervento di un'ancora sconosciuta (o quasi) Computer Graphic, che proietta meritatamente Patlabor: The Movie nell'Olimpo delle opere d'arte dell'animazione "vecchio stile". Proprio in virtù del realismo estremo ricercato da Headgear è da inquadrarsi l'ammodernamento del chara design di Akemi Takada, con le fisionomie precedenti, dolci e semplici come da cifra stilistica dell'artista, che assumono rigidi tratti orientaleggianti. Narrativamente invece, pur senza brillare o rappresentare una storia indimenticabile, il soggetto di Kazunori Ito funziona ed è solido. Impossibile dire chi abbia avuto prima l'idea, tra lui o Masamune Shirow, sui sistemi operativi/virus che infettano una moltitudine di cyborg/robot facendoli impazzire (il manga di Ghost in the Shell deve qualcosa a questo film? Può darsi...), ma indubbiamente la lunga inchiesta sui piani criminosi di Hoba tiene avvinghiati per l'intelligenza con cui sono snocciolati e scoperti indizi per la sua risoluzione, ed è rispettato disegno psicologico dei protagonisti (anche se molti di loro, per ovvie ragioni di spazio, sono sacrificati). Questo pur con poca azione, pochissima, giusto uno scontro a inizio film (tra i due Ingram protagonisti e uno dei tanti robot "impazziti") e nello spettacolare finale, teatro di un adrenalinico assalto dove il Secondo Plotone entra nella fortezza dove risiede l'ultima "arma" del villain.


Particolarmente piacevoli, nel mentre, i pochi elementi, mantenuti, di slice of life: protagonista è Asuma Shinohara, e la sua personale indagine lo porta a uscire a cena con Noa, farsi sospendere dal servizio per infrazioni al protocollo, stare a cuocere sotto al sole in camera, a riflettere su cosa inneschi la pazzia delle macchine... Si continua a respirare, insomma, una certa aria di quotidianità, sempre rispettando bene il background storico/politico, quel Progetto Babylon, causa di attacchi terroristici, che è trait d'union dell'intera saga. Ci si ritrova, talvolta, nell'anima vera di Patlabor, anche se purtroppo corollario a una storia trattata con inconsueta serietà. Se le avventure di Asuma seguono, infatti, il mood della serie, stesso non si può dire dell'aria apocalittica che coglie la storia appena sono noti gli scopi di Eiichi Hoba; del drammatico, adrenalinico finale dove i labor si affrontano in duello mortale su un'architettura sospesa nel vuoto; o dell'aria crepuscolare che assumono le investigazioni del detective Matsui, caratterizzate da una ricercatissima lentezza registica che quasi immerge lo spettatore in quella dimensione, sospesa tra realtà e sogno, tanto amata da Oshii. Con Patlabor: The Movie, effettivamente,  l'autore si diverte a sperimentare ogni genere di finezze tecniche, secondo la sua concezione che la cura nell'estetica può diventare parimerito protagonista come la trama, e abbonda in sequenze, primi piani e dettagli (l'occhio del corvo che apre il film) di grande autorialità che contribuiscono ad innalzare di prepotenza il tasso di carisma dell'opera. Allo stesso livello della regia vanno inquadrate anche le cupe, ritmate tracce musicali di Kawai, perfette nel risaltare il lato cupo ed epico che assume presto la storia.

È perciò facile crogiolarsi nella visione più per meriti estetici che narrativi (e nonostante questo l'intreccio orchestrato da Kazunori Ito rimane comunque buono), spiace solo che, nonostante queste ragioni abbiano portato giustamente la critica ad adorare il film, questi ha il demerito - come il successivo, straordinario e ancor più acclamato Patlabor 2 - di fornire a lei e al pubblico un'errata convinzione su ciò che è e rappresenta Patlabor. Nel lungometraggio ci sono gli stessi protagonisti, le stesse ambientazioni e gli stessi robot che si trovano nella precedente miniserie OVA e che appariranno nella serie televisiva, ma disegni e atmosfere trovano ben poca corrispondenza con lo spirito proprio della saga, che rimane una commedia sulla vita con rari inserti realmente seriosi e non il contrario come in questo caso. Rimane, perciò, un thriller ben scritto, coinvolgente e confezionato in modo sontuoso, ma che sarebbe incivile guardare, sopratutto da parte dei fan di Oshii, come una delle ipotetiche incarnazioni "autoriali" di un franchise altrimenti leggero, scanzonato e per questo "indegno".


Film stranamente non ancora disponibile in Italia in una degna edizione dvd o blu-ray. Ad oggi per averlo in home video ci si può giusto rivolgere alla VHS uscita negli anni 90 o alla versione dvd edita nel 2006 dalla De Agostini nella collana Japan Animation. Doppiaggio e adattamento ottimi, ma video mediocre e incomprensibile assenza di sottotitoli. Se riuscite ad accontentarvi...

Voto: 8 su 10

PREQUEL
Patlabor (1988-1989; ova)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Uno straordinario psico-thriller in chiave robotica che, nonostante gli anni, rimane un punto di riferimento del suo genere, e che ha avuto la capacità di mostrare, in anticipo sui tempi, la grande minaccia del cyber terrorismo tramite le folli azioni di uno scienziato ossessionato dalla bibbia che,utilizzando un virus, trasforma robot adibiti all'industria
in armi di distruzione.
un vero must, anticipatore del futuro, e preludio al grande, secondo capitolo cinematografico di Patlabor

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