lunedì 27 maggio 2013

Recensione: Berserk L'Epoca d'oro Capitolo II - La conquista di Doldrey

BERSERK: L'EPOCA D'ORO CAPITOLO II - LA CONQUISTA DI DOLDREY
Titolo originale: Berserk Ogon Jidai-hen II - Doldrey Kōryaku
Regia: Toshiyuki Kubooka
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Kentaro Miura)
Sceneggiatura: Ichirou Ohkouchi
Character Design: Naoyuki Onda
Musiche: Shiro Sagisu
Studio: Studio 4°C
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 100 min. circa)
Anno di uscita: 2012
Disponibilità: edizione italiana in DVD & Blu-ray a cura di Yamato Video


Se L’Uovo del Re Dominatore (2012) si era mostrato niente più come mera celebrazione di Berserk (1989), in sé buon prodotto ma, nella sceneggiatura rapida e nell’impostazione action, indirizzato bene o male esclusivamente ai fan, il secondo capitolo della trilogia cinematografica dedicata ai capitoli più belli e intensi del manga, uscito lo stesso anno, si distingue, anche un po’ sorprendentemente, per una splendida, splendida regia e soprattutto per un’eccellente solidità narrativa, capaci di formare una combo inaspettata per la natura con cui sembrava aver preso vita il mastodontico progetto targato Studio 4C. La conquista di Doldrey avrebbe forse meritato altro titolo, troppa è l’importanza, in questa parte centrale, per Grifis, in fondo la sua ascesa e la caduta che ne consegue sono il punto focale da cui partirà l’odissea di Gatsu negli episodi a venire. La Squadra dei Falchi ha raggiunto ormai una stima e una fiducia che non ha eguali tra i ranghi militari dell’esercito delle Midlands, e se i rancori verso la nobiltà concessa a Grifis, nonostante il suo sangue plebeo, continuano a venire sussurrati, è innegabile l’abilità in battaglia di questo squadrone di mercenari, infallibili, silenziosi, precisi, una macchina da guerra a cui il regno si è totalmente affidato per vincere la centenaria battaglia contro Tudor. Ma mentre le vittorie si susseguono, Gatsu inizia a porsi delle domande, interrogandosi sul senso dei continui scontri, dell’incessante combattere, e attorno alle sue riflessioni viene costruita la pellicola, da quando cade nel fiume per salvare Caska a quando l’energia che lo carica pare non essere più abbastanza, passando per il momento in cui, da solo, stermina un esercito composto da cento soldati.

Parliamo sempre di un film incentrato sull’azione e sui combattimenti: Toshiyuki Kobooka, aiutato dall’uso abbondante della CG per le animazioni, compie un lavoro stratosferico nei movimenti di camera, nei ralenty, nei piano sequenza che danno dinamismo e vivacità a sequenze estremamente cruenti e ferocissime, calibrando con attenzione il ritmo e le pause nell’alzare o nell’abbassare i toni musicali dell’OST di Shiro Sagisu (magnifica l’esplosione acustica quando Gatsu affronta i cento, potentissimo l’accompagnamento di cori solenni durante la conquista di Doldrey). Ma, a differenza del film precedente, pur con scelte atte a scremare l’estrema complessità sociale del manga per poterlo riproporre in novanta minuti animati (praticamente eliminata l’intera nobiltà delle Midlands e usata soltanto come sfondo), la sceneggiatura di Ichirou Ohkouchi sa soffermarsi con maggior profondità sui personaggi con dialoghi precisi e intensi (viene data la necessaria rilevanza a Caska e al suo ruolo così come viene giustamente e simbolicamente mitizzata la figura di Grifis), sa dare spessore ai momenti più importanti (la lunghissima battaglia di Doldrey, sapientemente gestita nell’alternarsi di scontri, fughe e mosse strategiche), e sa creare situazioni che poi il virtuosismo di Kobooka esalta ora con adrenalina (il duello, quasi musicale, tra la spada di Gatsu e l’asta di Boscone), ora con sofferta eleganza (il significativo ballo al castello, il sensuale ma per certi versi violento rapporto sessuale tra Grifis e la principessina).

 

La tanto chiacchierata computer grafica non è scelta così azzardata, nel vederla anche in questo secondo capitolo non è certo comparabile alla squisita bellezza delle animazioni tradizionali, ma offre un dettaglio e un’attenzione ai particolari che ripaga dell’artificiosità che si percepisce, senza contare la forza che può imprimere nell’immagine (la potenza della spada di Guts, che letteralmente distrugge gli avversari). Inattesa e felice evoluzione di un’opera che sembrava non disporre di molte frecce nel suo arco nell’offrire, comunque onestamente, ciò che si aspettavano i fan, la trilogia di Berserk diventa quindi proponibile, intelligentemente, a un pubblico più vasto, e se non può certamente sostituirsi al fumetto originale per l’eccessiva distanza tra i due mezzi e per il mistero che avvolge il futuro della trasposizione animata, nell’attesa che Miura possa mai avviarsi verso la conclusione della sua unica, ventennale creatura, è una visione assai soddisfacente.

Voto: 7,5 su 10

PREQUEL
Berserk: L'Epoca d'oro Capitolo I - L'Uovo del Re Dominatore (2012; film)

SEQUEL
Berserk: L'Epoca d'oro Capitolo III: L'avvento (2013; film)

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