∀ GUNDAM (BILOGIA CINEMATOGRAFICA)
Titoli originali: ∀ Gundam I - Chikyū Kō; ∀ Gundam II - Gekkō Chō
Titoli originali: ∀ Gundam I - Chikyū Kō; ∀ Gundam II - Gekkō Chō
Regia: Yoshiyuki Tomino
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Yoshiyuki Tomino, Ai Ota, Hiroyuki Hoshiyama, Ichirou Ohkouchi, Jiro Takayama, Katsuhiko Chiba, Miya Asakawa, Tetsuko Takahashi
Anno di uscita: 2002
Soggetto: Hajime Yatate, Yoshiyuki Tomino
Sceneggiatura: Yoshiyuki Tomino, Ai Ota, Hiroyuki Hoshiyama, Ichirou Ohkouchi, Jiro Takayama, Katsuhiko Chiba, Miya Asakawa, Tetsuko Takahashi
Character Design: Akira Yasuda
Mechanical Design: Syd Mead, Atsushi Shigeta, Kunio Okawara, Takumi Sakura
Musiche: Yoko Kanno
Studio: Sunrise
Formato: serie di 2 lungometraggi cinematografici (durata film 120 min. circa)Anno di uscita: 2002
Vero Calendario, anno 2345. Dopo i misteriosi fatti apocalittici connessi a un
periodo storico dimenticato da tutti, conosciuto come Storia Oscura, la
popolazione della Terra è regredita a uno scenario tecnologico
che ricorda gli inizi del XX secolo. Regna la pace, fino al momento in cui i moonrace, popolazione del passato
che 2000 anni prima è andata a stabilirsi sulla Luna,
desidera tornare sul proprio pianeta natale, e, per questo, dà inizio a una
guerra contro gli attuali terrestri con il suo temibile esercito, i Dianna Counter. Alla guida del misterioso robottone bianco da lui ritrovato, soprannominato "Diavolo bianco" o "Baffone", il moonrace Loran Cehack
si schiera inaspettatamente dalla parte dei nemici della sua gente, al contempo cercando
una soluzione che possa portare entrambe le razze a
convivere pacificamente. Sarà protagonista di un'epica avventura a cui dà il via il bizzarro "scambio di persona" tra la regina del suo popolo, Dianna Soreil, e la sua padrona terrestre, Kihel Heim, identiche come due gocce d'acqua.
Non si sa assolutamente nulla1 dei due film cinematografici che, nel febbraio 2002, alla distanza di un giorno l'uno dall'altro, hanno sintetizzato ∀ Gundam Called Turn "A" Gundam (1999) per il grande pubblico, riassumendone la trama con la classica formula del rimontaggio. Non sono usciti né databook né interviste a loro legati, come se il reparto marketing di Bandai non si fosse preoccupato di giustificarsi in alcun modo sulla genesi di questi due film e sul loro risultato qualitativo fallimentare, forse perché era imbarazzante dare spiegazioni. Visto il pressappochismo con cui sono stati confezionati e la considerazione che, effettivamente, non era in alcun modo possibile pensare di fare di meglio con le modalità volute dai produttori, probabilmente non c'è neanche da stupirsene più di tanto, poiché evidentemente anche lo sponsor non avrà ritenuto interessante provare a giustificare una simile, dimenticabilissima operazione commerciale.
Seppur visto da un esiguo numero di spettatori, Turn A Gundam è piaciuto al suo piccolo pubblico, e la sua vincita dell'Animation Kobe Award come miglior serie televisiva ha risvegliato interesse anche in quello generalista. Bandai si convince così a dare una seconda chance al titolo, da intendersi ovviamente come film riepilogativi. Alla distanza di 21 anni dalla sontuosa trilogia cinematografica di Mobile Suit Gundam (1979), Yoshiyuki Tomino, in virtù di quella geniale clausola che fece inserire nel 1980 nel suo contratto con Sunrise (che lo nominava regista ufficiale di qualsiasi montaggione basato sui suoi lavori), ha dunque di nuovo la missione di "spalmare" un'articolata trama di ben 50 episodi in una serie di lungometraggi. Peccato, però, che quelli del biennio 1981-82 fossero ben 3 e da 150 minuti circa ciascuno, che condensavano "solo" 47 puntate dalla narrazione estremamente lineare: c'è da domandarsi, quindi, con questi presupposti, come sia stato anche lontanamente concepibile pensare di ottenere qualcosa di buono con solo 2 pellicole da appena 120 minuti medi, nell'ottica di un intreccio estremamente più complesso e straripante di personaggi. Come è dunque facile immaginare, i due Turn A Gundam cinematografici non sono venuti fuori bene, sia se paragonati ai loro predecessori, sia come prodotto a sé stante, insufficiente come alternativa alla visione della serie televisiva (per la cui adeguata disamina invito alla lettura della corrispondente recensione). Un disastro su tutta la linea, insomma, che sarà addirittura profetico di quello che si consumerà ancora quattro anni dopo, quando Tomino rimetterà mano a Mobile Suit Z Gundam (1985) con una ennesima trilogia filmica riassuntiva (A New Translation) sempre fallimentare nel fare da sunto a 50 episodi troppo corposi di contenuti.
Tutti i mali del progetto risiedono nel primo film, ∀ Gundam I: Earth Light, che dissipa interamente le sue potenzialità nella decisione di sintetizzare i primi 27 episodi, i più "difficili" e intricati, in soli 130 minuti. Riesce malamente nel suo scopo con un taglia & cuci disordinato e velocissimo di sequenze e avvenimenti, materiale tutto appiccicato alla rinfusa e incapace per larghi tratti di generare un senso logico. Il primo episodio televisivo, quello di presentazione dei personaggi (e che sarebbe stato lungimirante lasciare intatto come adeguato punto di partenza), è riassunto in poco più di sei minuti, rendendo incomprensibili le personalità e le motivazioni del cast, e queste così saranno fino alla fine, distruggendo alla radice le pretese di armonia narrativa. Si potrà, certo, obiettare che rispetto al tremendo inizio il film migliora sensibilmente più avanti, raccontando in modo abbastanza coerente la guerra tra terrestri e moonrace nei suoi momenti più significativi, ma a che pro proseguire con la visione se i personaggi, per colpa della prima parte, sono semplici macchiette, privi di presentazione e colore (compreso l'eroe Loran)? Il fascino della serie stava nello spiegare come questi attori vivevano il conflitto cercando di adattarsi alla realtà: c'era chi sceglieva di schierarsi per combattere, chi di emigrare in cerca di lidi migliori per farsi una nuova vita, chi di fare affari, chi di fare la propria parte con la diplomazia per portare la pace, e da questo inedito punto di vista sulla guerra Turn A Gundam trovava molta della sua originalità. Tagliando impietosamente metà del cast e dando una caratterizzazione elementare ai rimanenti, cosa si è ottenuto? Solo di focalizzare l'attenzione sulla fabula action nuda e cruda, tralasciando di dare vivacità alla narrazione e tradendo uno degli scopi (se non il più importante) della serie. A questo punto, a cosa servivano questi film? Agli spettatori comuni che non hanno visto l'anime, a niente, dato che non ci capiranno quasi nulla per il ritmo confuso e gli attori ingiudicabili. I fan del Mobile Suit baffuto potranno appena consolarsi con qualche breve sequenza animata inedita e con qualche momento originale che viene riletto diversamente, come ad esempio le modalità con cui Loran e compagni entrano in possesso dell'astronave Will Game (lo scopritore omonimo è un altro dei personaggi storici eliminati dalla nuova sceneggiatura), o un'alternativa distruzione della città di Nocis. L'operazione, comunque, rimane deludente per gli uni e per gli altri, perché la fretta indiavolata della narrazione rende tutto superficiale e inguardabile e le aggiunte sono davvero misere e di poco conto, imparagonabili alle percentuali di quelle della trilogia del 1981 e anche ben distanti come importanza e suggestione.
∀ Gundam II: Moonlight Butterfly è, invece, sensibilmente meglio in tutto, e racconta con il sufficiente pathos la seconda parte della storia ambientata nello spazio. Questa era già in origine molto più lineare della prima (alla fine si tratta del viaggio dei protagonisti verso la Luna, delle loro conseguenti battaglie con gli uomini di Gym Ghingham e della rivelazione di tutti i misteri), tant'è che era quasi scontato che venisse riassunta bene, dando più colore a personaggi e narrazione. La sua visione rimane, però, decisamente futile: per i profani dell'originale, ovviamente, che non capendo nulla del primo film non potranno per forza capire il secondo anche se questo è migliore, ma anche - e soprattutto - per gli appassionati, che di inedito non ci troveranno quasi nulla. Anche se il risultato è decente, a tratti addirittura epico grazie alla splendida colonna sonora di Yoko Kanno e alle spettacolari battaglie tra i due Turn, mancano quasi del tutto sequenze nuove e di impatto che avrebbero potuto rendere l'intreccio più epico e adeguato al formato cinematografico. In questo caso, ci si limita a rivedere sul grande schermo le stesse sequenze televisive, che saranno anche buone in origine, per carità, ma ben denotano l'impegno davvero minimo riversato da Tomino, Bandai e Sunrise nel dare personalità al progetto. Unica, lievissima modifica di una certa importanza non può che essere il cambio di datazione del Vero Calendario, che da 8.000 anni nel futuro dall'Era Spaziale inizia ora a "soli" 3.000, questo per adeguarsi ai databook ufficiali che a loro volta si sono adeguati alla volontà di Tomino, che poco tempo prima ha detto di aver esagerato in precedenza2.
È lapalissiano che sarebbero serviti almeno 3 lungometraggi per fare un buon lavoro, ma è comunque indecoroso che, pur scegliendo di farne solo 2, riversandovi dentro così tanto materiale, gli autori non abbiano quantomeno tentato di aggiungere un sacco di animazione inedita e magari di cambiare significativamente porzioni di trama, per arrivare magari alle stesse conclusioni della storia ma con uno svolgimento molto diverso che almeno risultare interessante per gli appassionati. E invece niente, optano per la soluzione più facile e che richiede meno cervello, e che chiunque avrebbe predetto che avrebbe portato a questo disastro. Bene così.
Seppur visto da un esiguo numero di spettatori, Turn A Gundam è piaciuto al suo piccolo pubblico, e la sua vincita dell'Animation Kobe Award come miglior serie televisiva ha risvegliato interesse anche in quello generalista. Bandai si convince così a dare una seconda chance al titolo, da intendersi ovviamente come film riepilogativi. Alla distanza di 21 anni dalla sontuosa trilogia cinematografica di Mobile Suit Gundam (1979), Yoshiyuki Tomino, in virtù di quella geniale clausola che fece inserire nel 1980 nel suo contratto con Sunrise (che lo nominava regista ufficiale di qualsiasi montaggione basato sui suoi lavori), ha dunque di nuovo la missione di "spalmare" un'articolata trama di ben 50 episodi in una serie di lungometraggi. Peccato, però, che quelli del biennio 1981-82 fossero ben 3 e da 150 minuti circa ciascuno, che condensavano "solo" 47 puntate dalla narrazione estremamente lineare: c'è da domandarsi, quindi, con questi presupposti, come sia stato anche lontanamente concepibile pensare di ottenere qualcosa di buono con solo 2 pellicole da appena 120 minuti medi, nell'ottica di un intreccio estremamente più complesso e straripante di personaggi. Come è dunque facile immaginare, i due Turn A Gundam cinematografici non sono venuti fuori bene, sia se paragonati ai loro predecessori, sia come prodotto a sé stante, insufficiente come alternativa alla visione della serie televisiva (per la cui adeguata disamina invito alla lettura della corrispondente recensione). Un disastro su tutta la linea, insomma, che sarà addirittura profetico di quello che si consumerà ancora quattro anni dopo, quando Tomino rimetterà mano a Mobile Suit Z Gundam (1985) con una ennesima trilogia filmica riassuntiva (A New Translation) sempre fallimentare nel fare da sunto a 50 episodi troppo corposi di contenuti.
Tutti i mali del progetto risiedono nel primo film, ∀ Gundam I: Earth Light, che dissipa interamente le sue potenzialità nella decisione di sintetizzare i primi 27 episodi, i più "difficili" e intricati, in soli 130 minuti. Riesce malamente nel suo scopo con un taglia & cuci disordinato e velocissimo di sequenze e avvenimenti, materiale tutto appiccicato alla rinfusa e incapace per larghi tratti di generare un senso logico. Il primo episodio televisivo, quello di presentazione dei personaggi (e che sarebbe stato lungimirante lasciare intatto come adeguato punto di partenza), è riassunto in poco più di sei minuti, rendendo incomprensibili le personalità e le motivazioni del cast, e queste così saranno fino alla fine, distruggendo alla radice le pretese di armonia narrativa. Si potrà, certo, obiettare che rispetto al tremendo inizio il film migliora sensibilmente più avanti, raccontando in modo abbastanza coerente la guerra tra terrestri e moonrace nei suoi momenti più significativi, ma a che pro proseguire con la visione se i personaggi, per colpa della prima parte, sono semplici macchiette, privi di presentazione e colore (compreso l'eroe Loran)? Il fascino della serie stava nello spiegare come questi attori vivevano il conflitto cercando di adattarsi alla realtà: c'era chi sceglieva di schierarsi per combattere, chi di emigrare in cerca di lidi migliori per farsi una nuova vita, chi di fare affari, chi di fare la propria parte con la diplomazia per portare la pace, e da questo inedito punto di vista sulla guerra Turn A Gundam trovava molta della sua originalità. Tagliando impietosamente metà del cast e dando una caratterizzazione elementare ai rimanenti, cosa si è ottenuto? Solo di focalizzare l'attenzione sulla fabula action nuda e cruda, tralasciando di dare vivacità alla narrazione e tradendo uno degli scopi (se non il più importante) della serie. A questo punto, a cosa servivano questi film? Agli spettatori comuni che non hanno visto l'anime, a niente, dato che non ci capiranno quasi nulla per il ritmo confuso e gli attori ingiudicabili. I fan del Mobile Suit baffuto potranno appena consolarsi con qualche breve sequenza animata inedita e con qualche momento originale che viene riletto diversamente, come ad esempio le modalità con cui Loran e compagni entrano in possesso dell'astronave Will Game (lo scopritore omonimo è un altro dei personaggi storici eliminati dalla nuova sceneggiatura), o un'alternativa distruzione della città di Nocis. L'operazione, comunque, rimane deludente per gli uni e per gli altri, perché la fretta indiavolata della narrazione rende tutto superficiale e inguardabile e le aggiunte sono davvero misere e di poco conto, imparagonabili alle percentuali di quelle della trilogia del 1981 e anche ben distanti come importanza e suggestione.
∀ Gundam II: Moonlight Butterfly è, invece, sensibilmente meglio in tutto, e racconta con il sufficiente pathos la seconda parte della storia ambientata nello spazio. Questa era già in origine molto più lineare della prima (alla fine si tratta del viaggio dei protagonisti verso la Luna, delle loro conseguenti battaglie con gli uomini di Gym Ghingham e della rivelazione di tutti i misteri), tant'è che era quasi scontato che venisse riassunta bene, dando più colore a personaggi e narrazione. La sua visione rimane, però, decisamente futile: per i profani dell'originale, ovviamente, che non capendo nulla del primo film non potranno per forza capire il secondo anche se questo è migliore, ma anche - e soprattutto - per gli appassionati, che di inedito non ci troveranno quasi nulla. Anche se il risultato è decente, a tratti addirittura epico grazie alla splendida colonna sonora di Yoko Kanno e alle spettacolari battaglie tra i due Turn, mancano quasi del tutto sequenze nuove e di impatto che avrebbero potuto rendere l'intreccio più epico e adeguato al formato cinematografico. In questo caso, ci si limita a rivedere sul grande schermo le stesse sequenze televisive, che saranno anche buone in origine, per carità, ma ben denotano l'impegno davvero minimo riversato da Tomino, Bandai e Sunrise nel dare personalità al progetto. Unica, lievissima modifica di una certa importanza non può che essere il cambio di datazione del Vero Calendario, che da 8.000 anni nel futuro dall'Era Spaziale inizia ora a "soli" 3.000, questo per adeguarsi ai databook ufficiali che a loro volta si sono adeguati alla volontà di Tomino, che poco tempo prima ha detto di aver esagerato in precedenza2.
È lapalissiano che sarebbero serviti almeno 3 lungometraggi per fare un buon lavoro, ma è comunque indecoroso che, pur scegliendo di farne solo 2, riversandovi dentro così tanto materiale, gli autori non abbiano quantomeno tentato di aggiungere un sacco di animazione inedita e magari di cambiare significativamente porzioni di trama, per arrivare magari alle stesse conclusioni della storia ma con uno svolgimento molto diverso che almeno risultare interessante per gli appassionati. E invece niente, optano per la soluzione più facile e che richiede meno cervello, e che chiunque avrebbe predetto che avrebbe portato a questo disastro. Bene così.
Voto a ∀ Gundam I - Earth Light: 4 su 10
Voto a ∀ Gundam II - Moonlight Butterfly: 6,5 su 10
PREQUEL
Mobile Suit Gundam: The Origin (2015-2016; serie OVA)
Mobile Suit Gundam (1979-1980; TV)
Mobile Suit Gundam The Movie I (1981; film)
Mobile Suit Gundam The Movie II: Soldati del dolore (1981; film)
Mobile Suit Gundam The Movie III: Incontro nello spazio (1982; film)
Mobile Suit Gundam MS IGLOO 2: The Gravity Front (2008-2009; serie OVA)
Mobile Suit Gundam (1979-1980; TV)
Mobile Suit Gundam The Movie I (1981; film)
Mobile Suit Gundam The Movie II: Soldati del dolore (1981; film)
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Mobile Suit Gundam MS IGLOO 2: The Gravity Front (2008-2009; serie OVA)
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Mobile Suit Gundam F91 (1991; film)
FONTI
1 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
2 Questo retroscena proviene dal databook "∀ Gundam Art Works" (Impress Communication, 2007), gentilmente tradottimi da Garion-Oh
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SEQUEL
Gundam: Reconguista in G (2014-2015; TV)
Gundam: Reconguista in G - From the Past to the Future (2016; corto)
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FONTI
1 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
2 Questo retroscena proviene dal databook "∀ Gundam Art Works" (Impress Communication, 2007), gentilmente tradottimi da Garion-Oh
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