mercoledì 15 settembre 2010

Recensione: GUNxSWORD

GUNxSWORD
Titolo originale: GUNxSWORD
Regia: Goro Taniguchi
Soggetto e sceneggiatura: Hideyuki Kurata
Character Design: Takahiro Kimura
Mechanical Design: Seiji Tanda
Musiche: Kotaro Nakagawa
Studio: AIC
Formato: serie televisiva di 26 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2005


Il pianeta Endless Illusion, far west tecnologico e ritrovo di vagabondi e gentaglia da tutto l'universo, ospita i pellegrinaggi di Van, misterioso spadaccino in smoking. Capace di evocare il potente Dann, armor da combattimento, il malinconico individuo cerca L'Uomo con l'artiglio, il bastardo che gli ha ucciso la moglie il giorno delle nozze. Nel suo cammino stringe alleanza con numerosi altri combattenti e possessori di armor, tutti accumunati da risentimento personale verso l'assassino...

Ben più che in s-CRY-ed o nel successivo Code Geass, è in GUNxSWORD che splende il più ispirato Goro Taniguchi dell'animazione action, a dirigere la summa della sua folle visione del genere. Dietro il curioso titolo, profetico di ambientazioni western e contaminazioni orientali, una delle più coinvolgenti storie di vendetta mai create in animazione. Un carisma, quello di GUNxSWORD, già ravvisabile dalla opening omonima: musicalmente un evocativo brano morriconeggiante, visivamente un curioso insieme di silhouette nere che rappresentano i personaggi del cast. Si "riempiranno" solo nel momento della loro prima apparizione nella storia, per poi eventualmente oscurarsi di nuovo nel caso della loro morte. Come intuibile, non un solo episodio avrà tutte le sagome scure o "svelate". Un elemento di genio che è solo la punta dell'iceberg della personalità con cui il regista dirige GUNxSWORD, realizzando un capolavoro action per molti versi ancora ineguagliato. La storia non è nulla di trascendentale e certi stereotipi, a livello di caratterizzazioni di personaggi o robottoni, sono palesi(facilmente riscontrabili echi di Trigun nel protagonista e nelle ambientazioni, di Cowboy Bebop nel mood, di Gaogaigar nel design di alcuni robottoni), ma è il modo in cui è diretta e raccontata a essere memorabile.

Come Taniguchi insegna, primi metà di serie di puro scazzo per presentare i personaggi. E così sia. Comici e deliranti al punto da raggiungere e superare le vette del bizzarro, i primi tredici episodi sono un continuo omaggiare alle atmosfere del Super Robot classico, dei sentai e sopratutto della filmografia western classica, da cui derivano i suggestivi brani della soundtrack di Kotaro Nagakawa. Van e Wendy, giovane ragazzina che lo accompagna per ritrovare il fratello perduto, iniziano un viaggio solitario per il mondo di Endless Illusion, alla ricerca di indizi per trovare l'Uomo con l'artiglio. Nelle peregrinazione troveranno negri fissati col culto della Dea Bendata, grassoni che stritolano le vittime con baffi dotati di vita propria (!), invincibili piloti di robottoni ormai in pensione e perennemente sbronzi (con la Victory Theme cantata in messicano!), improbabili ladri, armor ultra-grotteschi e ogni genere di follia e amenità. Tante avventure autoconclusive per presentare con cura l'eroe e quei 2/3 personaggi che si uniscono a lui alla ricerca di questo villain la cui importanza sembra marginalissima. Seppur divertenti e demenziali, queste tredici puntate per più di qualcuno hanno rappresentato un deterrente per smettere o neanche iniziare la visione, creando la leggenda dell'opera come un clone svogliato di Trigun. E qui arriva un grande insegnamento: un anime, come qualsiasi opera seriale, può essere commentato solo dopo averlo visto fino in fondo. Dopo una prima parte scanzonata si cambia registro: inizia la storia principale e così l'epica battaglia di Van e compagni contro l'Uomo con l'artiglio e i suoi pericolosi alleati, gli Original Seven anch'essi possessori di letali armor, ognuno con incredibili capacità combattive.


Se da un lato il plot abbastanza ordinario, il chara design puramente funzionale e la personalità scarsa di alcuni comprimari sono ben percepibili, è la superba caratterizzazione degli Original Seven nemici a meritare una parentesi: non i soliti tirapiedi che esauriscono tutto quel che hanno da dire nello spazio di due puntate, ma pazzoidi irresistibili o idealisti dal triste passato, che combattono cercando un futuro migliore per il pianeta. Personaggi memorabili capaci di commuovere nei loro discorsi o nel loro ruolo di antieroi destinati a cadere sotto le spadate di Dan. Stesso grande carisma lo riveste il folle villain, quel vecchio bonaccione di un Uomo con l'artiglio che con un incredibile piano vuole creare un mondo di pace e felicità e non ha alcuno scrupolo a realizzarlo, accarezzando amorevolmente un cerbiatto e magari pochi minuti dopo facendo a pezzi degli uomini che intendono tradirlo. Da brividi. Una storia di vendetta, basica basica, che per merito di caratterizzazioni fortissime e stravaganti diventa subito coinvolgente appena ha modo di delinarsi. A condurla con maestria ci pensa la visione cinematografica di un Goro Taniguchi scatenato, che si permette, grazie al budget AIC, una regia magistrale, virtuosa sia in adrenaliniche, distruttive sequenze action che in raffinati inserti drammatici, al punto da raggiungere spesso le vette del lirismo (un'inquadratura su tutte: quella che chiude l'episodio 19). Tutto ben coadiuvato dalla solita, azzeccatissima scelta per insert song dolci o struggenti. Sopratutto, già visto in PlanetEs, è tratto del regista il continuo, originale distriscarsi tra atmosfere epiche e demenziali.

Causa di orrore per alcuni, di genio per altri, è la sua volontà di frammentare continuamente episodi cupi con altri addirittura goliardici (da stracult la puntata della gara dei costumi da bagno), per una miscela assurda che, per chi scrive, non stona affatto, rendendo più imprevedibile e originale il dipanarsi di un intreccio altrimenti ordinario. In questo caso è apprezzabile quel senso dell'humor che non viene mai meno, così come la figura, ormai leggendaria per gli animefan, di Fasalina, la bella e svestitissima Original Seven che combatte col suo armor ballando al suo interno la lap dance.


Folle, avvincente ed epico come non mai, con una cura tecnica e registica mostruosa e un climax straordinario come ci si attende, GUNxSWORD è un'opera criminalmente sottovalutata che, a tutti gli effetti, merita di entrare nell'empireo delle opere di culto di genere robotico. Forse i suoi tredici episodi iniziali scoraggeranno più di qualcuno a tentare la visione, ma sarebbe un errore: superato lo scoglio ci si trova tra le mani un gioiello che vale ogni minuto della visione. La speranza è che, insieme a Infinite Ryvius, arrivi presto in Italia anche l'ultimo dei capolavori inediti del regista.

Voto: 9 su 10

7 commenti:

Jacopo Mistè ha detto...

Devo pubblicamente citare a titolo di ringraziamento Chibi Goku, che con la discussione su Code Geass m'ha ricordato tutti i momenti demenziali di GXS XD

Simone Corà ha detto...

Al solo vedere l'immagine di copertina, mi è venuta una voglia assurda di riguardarmelo tutto. :)

Anonimo ha detto...

Su consiglio di Mistè ho recuperato l'intera serie e l'ho apprezzata molto.Se possibile Taniguchi riesce ad essere perfino più demenziale che in Code Geass,ma crea una gran bella storia.(Da brividi l'uomo con l'artiglio)
Il vampirologo che ride

Jacopo Mistè ha detto...

Bravissimo, tu sì che mi dai soddisfazioni :)

Simone Corà ha detto...

Ottima scelta, vampirologo! :)

Un Taniguchi molto demenziale (le salse di Van e la gara dei costumi su tutti), ma anche profondo e intelligente.

Anonimo ha detto...

Terminata la visione proprio ieri sera, non potevo esimermi dal passare e lasciare il mio commento. Gun X Sword colpisce fin dall'inizio con questa sigla, oserei dire, potente, non solo per lo stratagemma delle ombre che appaiono e scompaiono nel dipanarsi della trama, ma anche per la perfetta sincronia delle immagini con le sonorità che la compongono (favolosa la scritta del titolo lanciata sullo schermo a ritmo con le battute di chiusura). All'inizio Gun x Sword sembra un po' il cugino Western di Excel Saga per le assurdità che presenta, ma a differenza di quest'ultimo c'è sempre uno spunto di riflessione in ogni episodio, anche quelli che al primo sguardo sembrano figli di una demenzialità senza speranza (IT'S MOUSTACHE TIME!).
L'introduzione degli Original Seven costituisce il turning point della storia, quasi che Taniguchi voglia dire allo spettatore "Ok, ora si fa sul serio". Ognuno di questi sei villain (sette se contiamo "l'artiglio"), ha una personalità tutta sua e una complessità non da poco. Ho trovato davvero epico lo scontro contro Woo e il suo Metsa of Tuesday. Certo, tra gli episodi seri, un piccolo break nella città di Mizugi (erroneamente scritto Misugi nel fansub), ci sta tutto...maschi godetevi la scollatura di Fasalina e il fondoschiena di Carmen!
Da qui in poi la serie va in crescendo fino ad esplodere nel finale, forse prevedibile, ma orchestrato in modo molto originale.
Ci sono alcuni elementi che non mi hanno convinta e che mi hanno spinto a dare un 8 alla serie, ma ciò che non ho potuto soffrire è stata una certa caduta di stile che riguarda Carmen, la mia preferita tra le protagoniste femminili (no, Fasalina è troppo femme fatale per i miei gusti, troppo popputa e lasciva, è un inno al troieggiare).

Jacopo Mistè ha detto...

Ottimo commento :)
Che altro dire, rivederlo a sprazzi con te m'ha riconfermato l'ottimo ricordo che avevo della serie, per me nel suo genere è un piccolo capolavoro di genialità e inventiva, per certi versi di Goro Taniguchi reputo più caretteristico GXS di qualsiasi sCRYed e Code Geass perchè qui troviamo elevati allo stadio massimo la sua poetica: regia action virtuosa, fantasia sfrenata e continui mix di atmosfere demenziali ed epiche. Cosa darei perchè Dynit o chi per loro lo portino in Italia :(

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