lunedì 11 luglio 2011

Recensione: Xam'd - Lost Memories

XAM'D: LOST MEMORIES
Titolo originale: Bōnen no Xamdou
Regia: Masayuki Miyaji
Soggetto: BONES
Sceneggiatura: Megumi Shimizu, Yuuichi Nomura
Character Design: Ayumi Kurashima
Mechanical Design: Kimitoshi Yamane, Seiichi Hashimoto
Musiche: Michiru Oshima
Studio: BONES
Formato: serie ONA di 26 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di uscita: 2008 - 2009


Mentre infuria la guerra tra Governo del Nord e la Zona Libera del Sud, l’isola di Sentan, avvantaggiata dalla sua posizione geografica, vive in un relativo stato di paceo. La quiete è però destinata a infrangersi quando Akiyuki e i suoi amici Haru e Furuichi, giovani studenti, rimangono coinvolti in un attentato esplosivo. Miracolosamente salvo, Akiyuki viene colpito da una strana luce che si insinua nel suo braccio destro e lo trasforma in una bizzarra creatura umanoide, dalla smisurata potenza e apparentemente indistruttibile: il leggendario Xam’d. Vagando senza meta nell’isola attaccata dal Governo del Nord, Akiyuki/Xam’d si imbatte in una ragazza che, dopo averlo fatto tornare normale, gli offre il suo aiuto...

Per coccolare i videogiocatori che già da un anno utilizzano il PlayStation Network per fraggare selvaggiamente online, nel 2008 Sony inaugura un nuovo servizio, dedicato esclusivamente al video donwload, con una prima, prestigiosa collaborazione con BONES, dalla quale nasce una serie intensa e sontuosa: Xam’d – Lost Memories. Lo studio nipponico fa da sempre le cose in grande, può permettersi di gioire di enormi capitali e menti capaci di sfruttarli con risultati qualitativamente e generalmente buoni, ma per quest’occasione raccoglie un budget mastodontico sorprendentemente spremuto dal tris di autori poco più che al loro esordio. Se invero l’opera finale viene minata da saltuarie indecisioni o, al contrario, da facili comodità in fase di sceneggiatura, dovute alla chiara esperienza da maturare di Megumi Shimazu e Yuuichi Nomura (una manciata di episodi per un paio di serie BONES la prima, poco più il secondo che vanta zampini con produzioni Sunrise come Mobile Suit Gundam SEED Destiny e Code Geass - Lelouch of the Rebellion), Xam’d si rivela una sofferta e allo stesso tempo brillante storia di guerra e amore, capace di affondare queste asprezze concettuali con potenti, potentissime iniezioni visive.

La sgargiante scelta cromatica è infatti caratteristica predominante, una slavina di colori che allietano felicemente l’occhio: nella tragedia di una guerra lunga e violenta, spietata nella rappresentazione di crimini politici, giochi di potere e soprusi, più verbali che fisici, ai più deboli, ad affiorare insolitamente sono tinte chiare e forti come il viola e il bianco, che dipingono rispettivamente la pelle squamosa delle buffe e micidiali armi mostruose del Governo del Nord, e l’epidermide elastica e trasformabile dello Xam’d. Ma anche il bizzarro vestiario, i volti pitturati, i paesaggi raggianti di luci e rossori… La regia di Masayuki Miyaji non accantona mai atmosfere cupe e cieli plumbei, ma le contrasta, oltre al vivace arcobaleno visivo, anche con un bestiario dalle forme strampalate e grottesche che rinfrescano i tipici armamentari bellici come carri armati, caccia bombardieri e simile artiglieria. I vari Xam’d che si aggiungeranno ad Akiyuki presentano grossi nasi sporgenti e arti sproporzionati con curve morbide ed esagerate, le armature in dotazione all’esercito sono goffe, gibbose e obese, e i mostri sembrano spesso melanzane su due gambe: nonostante la caratura stramba che sembra permeare la realtà di Xam’d – Lost Memories, la componente falsamente allegra non si sovrappone mai all’estrema serietà della storia narrata.


L’orrore della guerra è presente in molte delle sue forme: dal labile motivo che porta le due fazioni a contrastarsi all’incessante ridondanza del reciproco odio, dalla ferocia di bombardamenti e attacchi agli stratagemmi bellici più squallidi, dal ferreo accanimento al cieco obbedire agli ordini, il tutto in una sequenza di eventi molto drammatici, raccontati con enfasi e sentimento, per mezzo anche della superba OST di Michiru Oshima, solenne e maestosa nel suo gonfio e danzante andamento orchestrale. Non ha paura, infatti, il team di autori a presentare personaggi che poi toglierà di mezzo anche con una certa crudeltà, né di pigiare il tasto di durezza e brutalità quando tali caratteristiche si rivelano importanti, se non fondamentali, per il prosieguo della trama. In una prima metà ben sceneggiata la scelta di non svelare il cuore della serie è ottima mossa per incuriosire e spingere lo spettatore, come tradizione della più recente animazione vuole, in un mondo inventato da zero in una sorta di contesto steamfantasy (aereonavi, propulsioni a vapore, meccaniche “antiquate”, ma anche congegni sci-fi, strumentazioni ipertecnologiche, armamentari cyberpunk), con proprie geografie, fisiche e soprattutto mitologie, che non viene mai espressamente spiegato, se non per i dettagli lentamente catturati tramite dialoghi e sviluppi della trama. Assistiamo così a una progressione narrativa parallela ben calibrata, con Akiyuki e il simpatico gruppo di postini da una parte, e Haru e Furuichi novelli soldati dall’altra, in un corollario di personaggi, sia positivi che negativi, visualizzati attraverso caratterizzazioni magari non originalissime, ma sicure e precise. Akiyuki prende confidenza con il suo essere uomo e bestia allo stesso tempo, mentre Furuichi, accecato dall’odio verso la fazione opposta, giura vendette che travolgono anche la fragile Haru e le rispettive famiglie. Il bel mosaico creato, come i primi capitoli di un libro che assestano i pilastri su cui si poggerà la storia nel prosieguo, non è certamente innovativo nel far contrastare due amici per colpa della guerra, eppure funziona egregiamente con episodi sempre coinvolgenti, freschi, che si divorano piacevolmente.

La serie non regge però altrettanto bene nella seconda parte: pur con una trama che prosegue inserendo stranianti elementi pseudo-mistici e divinatori e calcando la mano su desolazioni, bestialità e barbarie, il ritmo subisce sballottamenti dovuti a difficoltà nel collegare i vari segmenti narrativi precedentemente sparsi. Vengono quindi a crearsi alcune accelerazioni di troppo, aggravate da un minor lavoro sui personaggi e da un accrescimento onirico non sempre necessario o, forse, troppo funzionale nell’ammorbidire alcune sbandate. Ma lo sbilanciamento non danneggia comunque il tutto, così come non lo fa la saltuaria superficialità nel tratteggiare eventi e connessioni, e in generale si ingurgitano lamette e colpi allo stomaco fino al doloroso finale. Facile così ridere e piangere, in una storia come questa, composta da ottimi saliscendi emotivi che si adagiano su protagonisti sempre solari e vivaci (simpaticissimo e un po’ simbolo dell’opera l’attivissimo Akushiba e il suo perenne sorriso), caratterizzati da un dinamico carisma anche nei momenti più duri e tristi.


Graficamente siamo ai soliti, massimi livelli garantiti da BONES: regia e animazioni raggiungono vertici stratosferici nei primi due episodi, scritti e diretti magistralmente da Miyaji, per poi comprensibilmente calare pur mantenendo sempre altissima l’agilità visiva di personaggi, mostri e navi volanti. In definitiva, abbiamo un crudo scenario di guerra, calato in un contesto fantastico con un’attenta calibrazione di realismo e spettacolarizzazione, una tormentata storia d’amore, non nuova ma viva e carica di sentimento, una curiosa e complessa mitologia, e parecchie scazzottate tra mostri colossali: opera consigliata, probabilmente tra i migliori prodotti targati BONES.

Voto: 8 su 10

6 commenti:

Anonimo ha detto...

senza dilungarmi troppo (avevo scritto un papiro ma ho chiuso per sbaglio la pagina.....) dico solo che è un peccato, Xam è un buon anime(sicuramente non adatto a tutti, vista la molta psicologia e introspezione dei personaggi) che poteva però un grandissimo anime se non si fosse perso strada facendo.

ciao by Akuma

Simone Corà ha detto...

Sì, guarda, riconosco molti limiti a Xam'd, dovuti anche all'inesperienza degli sceneggiatori. Storia e personaggi prima sembrano impressionanti, salvo poi accomodarsi e, in fondo come dici tu, perdersi per strade tra scorciatoie e comodità varie.

Poi, eh, io spesso tendo a mettere in secondo piano imperfezioni e lacune se l'impatto dell'opera tiene fino alla fine e mantiene il coinvolgimento, e Xam'd me lo sono goduto proprio, da lì l'opinione parecchio positiva. :)

Anonimo ha detto...

Ciao Simone,

condivido la tua opinione, anch'io la considero un ottima serie.
Alla fine mi sono goduto anch'io la serie e l'ho divorata in pochi giorni!
Mi piaceva semplicemente condividere alcune riflessioni sulla serie con altre persone che l'hanno vista.

Puntata dopo puntata, arrivato a poco più meta di metà serie (diciamo dopo l'incontro/scontro tra i cari vecchi compagni di scuola), iniziavo a chiedermi dove stesse andando a parare Xam'd.

Non so dirti esattamente cosa non va nella serie, sicuramente lo sviluppo della trama.
Forse hanno infarcito la storia di troppe sotto-trame e relative new entry (vedi il ragazzino o la sorella di Nakiami).
Forse mi aspettavo una banale nascita di amore tra Nakiami e Akiyuki (con analisi della relativa delusione amorosa di Haru).
Alla fine di tutto, sta guerra tra nord e sud non appassiona e i personaggi secondari (il comandante "cattivo", l'uomo in carrozzina, la biondona, gli stessi membri della nave postale) dopo i primi episodi non riescono più ad intrigarmi a sufficienza.

Detto questo sembrerebbe che la serie sia da bocciare ma non è assolutamente così, semplicemente penso che sia una serie molto buona (decisamente sopra la media e anch'io avrei scritto una recensione più che positiva!), che però con qualche accortezza di più poteva essere un "piccolo capolavoro" dell'animazione moderna.

Ciao by Akuma

PS prima o poi mi creo un account!

Simone Corà ha detto...

Concordo, penso sia abbastanza evidente come Xam'd deragli a poco a poco, come se gli autori avessero mano a mano perso forza, grinta, energia. Lo si può vedere proprio anche dagli innesti dei nuovi personaggi, che ho comunque trovato assai interessanti, ma che tolgono tragicamente spazio agli altri, causando alla fine uno sbilanciamento caratteriale nel quale, tolta la manciata di veri protagonisti, sono un po' tutti inutili.

Aspettiamo l'account, allora! :)

Carciofo rosso ha detto...

Mi ero ripromesso di commentare un minuto dopo la mezzanotte e invece sono sparito per diversi mesi... Vobbè vorrà dire che mi farò perdonare!!

Sulla serie concordo su tutto e non mi sento di aggiungere nulla. Toh giusto due paroline sul finale. Oltre alla magnificenza dell'episodio per me i migliori ultimi trenta secondi da quindici anni ad oggi (non so se lo sono davvero ma dieci mi sembravano troppo pochi); una trovata al limite tra il reale e l'onirico e con il tocco di classe della manina vera.

Un noncurante degli spoiler: Carciofo rosso.

P.S. Che poi non dovrei neanche firmare visto che ho l'account ma volevo tanto scrivere "noncurante degli spoiler".

Simone Corà ha detto...

Verissimo, gli ultimi trenta secondi sono pura poesia e non nego che mi sia scesa una lacrimuccia. :)

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