lunedì 4 febbraio 2013

Recensione: Btooom!

BTOOOM!
Titolo originale: Btooom!
Regia: Kotono Watanabe
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Jun'ya Inoue)
Sceneggiatura: Yousuke Kuroda
Character Design: Takahiro Kishida
Musiche: Keiji Inai
Studio: Mad House
Formato: serie televisiva di 12 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2012

 

Ryota Sakamoto è un ventiduenne disoccupato che vive con la madre. Non ha alcun interesse a inserirsi nella società, a trovare un lavoro e a migliorare i rapporti con la povera donna: l’unica cosa che dà senso alla sua esistenza è il gioco online Btooom!, di cui è uno dei più forti giocatori del mondo. La sua vita è destinata a cambiare quando, un giorno, si risveglia su un’isola tropicale, armato, esattamente come nel videogame, con una serie di bombe: si rende conto ben presto di essere piombato in una versione reale di Btooom!, organizzata da crudeli quanto misteriosi personaggi, dove si combatte per sopravvivere.

Inutile temporeggiare chiedendosi dell’utilità di un anime se il suo scopo pare essere solo trampolino di lancio, semplice veicolo pubblicitario del manga da cui viene selvaggiamente tratto sfruttandone a sua volte il successo, il tutto si trasforma in un serpente che si mangia golosamente e sardonicamente la coda. In questo marasma di titoli troncati e privi di destino quale pare essere diventato il mercato d’animazione, è invece meglio soffermarsi, quando possibile, su singole qualità, su caratteristiche che, nonostante la proverbiale mancanza di una conclusione, possano far risaltare prodotti che, forse, in altre situazioni, avrebbero potuto veramente brillare di luce propria senza per forza rimpiangere, per quanto sia sbagliato usare questo termine, la natura cartacea.

E Btooom! avrebbe il miglior potenziale possibile per meritarsi una storia completa tutta sua – e non è comunque detto che prossimamente non accada, chiaro -. Pur partendo da un banalissimo spunto che ultimamente pare soffocare il mercato nipponico, l’online gaming che si trasforma in cruda, durissima battaglia per la sopravvivenza è però in questo caso più vicino alle atrocità e ai colpi allo stomaco di un Battle Royale (vedasi anche e soprattutto l’isola teatro dello scontro) che agli scontati combattimenti di un qualsiasi shonen. Il carattere adulto di Btooom! non è infatti dato soltanto dal sangue versato, bensì dal taglio maturo di ogni personaggio, ognuno dotato di una personalità ben precisa con la quale ritagliarsi un bello spazio nel verde lussureggiante della foresta tropicale in cui sono misteriosamente stati lasciati: Ryota è uno stronzo egoista odiato persino da sua madre, Kyoshi è un cinquantenne mite ma severo e tirannico sul lavoro, Himiko è solitaria e frigida, con una terrificante storia alle spalle, e via così… L’incontro-scontro dei protagonisti offre quindi qualcosa in più di un mero pretesto per battaglie spettacolari, su Btooom! i dialoghi hanno peso e le reazioni, per quanto improbabili data l’estrema drammaticità raccontata, hanno una loro inaspettata credibilità: nascono legami ben trattati, adatti al contesto, possibili tanto nell’amicizia quanto nella crudeltà e nella debolezza, magari un poco forzati nel passato che riemerge e pare mettere in contatto tutti i personaggi (ma non è detto che ciò non sia voluto per esigenze di trama per ora avvolte nel mistero), e di sicuro cari a certi schemi nella definizione dell’eroe e degli antagonisti, ma pur sempre sfaccettati e approfonditi ben oltre la media auspicabile per un simile prodotto.


Ne consegue che anche il lato ecchi, generoso ma non così eccessivo, mostra una sua funzionalità che nulla ha a che vedere con un mero show di tette e mutandine – di fronte alle grazie di Himiko svenuta, Ryota esita, viene tentato, perde la testa e guarda con il maschile eccitamento che potrebbe avere un ragazzo nella sua posizione -, il tutto con una forte carica di morboso erotismo che rimane più o meno inalterata in tutta la serie. Ma anche la componente battagliera è più complessa e profonda di quanto si possa pensare, e la scelta delle sole bombe, suddivise in numerosi tipi per meccanismi e potenza, come arma è assai notevole per la gestione del ritmo, delle invenzioni e dei twist che ben surriscaldano le vicende. È una guerra di tattiche e strategie, di lunghi momenti passati a pensare e pochi istanti utili ad agire, con quel verde pulsante del radar che emana sincera tensione ogni qualvolta i personaggi ne fanno uso. Il resto è un buon corollario di efferatezze, scorrettezze, brutalità anche gratuite e pura rabbia giovanile, non sempre credibile ma di grande efficacia.

Resta quindi l’enorme rimpianto di un finale tronco, un cliffhanger che non sazia del tutto lo spettatore nonostante venga chiuso l’arco narrativo principale. Perché grazie alle ottime animazioni di Mad House e alla dinamica regia di Kotono Watanabe, che abbonda in flashback e parentesi senza mai annoiare o risultare retorico, Btooom! avrebbe enormi carte in regola per sfondare con una seconda serie che dia giusta conclusione alla storia inscenata.

Voto: 5 su 10

3 commenti:

Cobra Verde ha detto...

Ciao, non c'entra niente con i commento, ma non sapevo contattarvi: è possibile inserire tra i link del vostro blog quello alla mia pagina fb?

Jacopo Mistè ha detto...

Ma è una pagina personale o uno spazio-recensioni anime? Nel primo caso direii va bene, nel secondo a patto ti linki anche te :)

Jacopo Mistè ha detto...

Pardon, "ci" linki anche te :D

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