giovedì 26 novembre 2009

Recensione: He is My Master

HE IS MY MASTER
Titolo originale: Kore ga Watashi no Goshujin-sama
Regia: Shouji Saeki
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Mattsu & Asu Tsubaki)
Sceneggiatura: Shouji Saeki
Character Design: Kazuhiro Takamura
Musiche: Seiko Nagaoka
Studio: GAINAX, SHAFT
Formato: serie televisiva di 12 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2005


Stanche di vivere segregate nella loro abitazione, le sorelle Izumi e Mitsuki decidono di fuggire di casa per scoprire il mondo. Fame e mancanza di soldi le portano presto a trovare ospitalità nella villa Nakabayashi, dove iniziano a lavorare come cameriere tuttofare. Peccato dovranno risarcire il ricchissimo padrone Yoshitaka, giovane come loro, dei danni milionari che gli hanno combinato, sopravvivendo al contempo alle sue molestie sessuali e alle mire di Pochi, tenero coccodrillo maniaco pervertito...

Si dovesse far fronte a certi moralismi, che si tratti di tediosi indottrinamenti cattolici o di semplici formazioni etiche familiari, He Is My Master diventerebbe un’opera difficilmente digeribile, un affronto continuo alla sensibilità umana e un’eccessiva, immotivata presa in giro di pilastri spirituali e sociali. Non è certo un mistero la distanza abissale che divide sensibilità occidentale e orientale su certi temi - e che permette alla seconda di scherzare anche su erotismo che coinvolge minorenni -, ma sarebbe un gran peccato nasconderla dietro simili barriere perché la miscela esplosiva di pedofilia, incesto e sfruttamento sessuale che lo sceneggiatore e regista Shouji Saeki traveste di esasperante comicità nel suo He Is My Master, adattamento seriale dell’omonimo gag manga realizzato dalla coppia di coniugi Mattsu e Asu Tsubaki, contiene così tanta freschezza ironica che, nonostante l’alto livello cinico, a suo modo brutale, spietato e potenzialmente molesto, basta una singola puntata per farsi coinvolgere e non badare agli eccessi più impensabili. La serie è genuinamente spassosa, pur contemplando allusioni sessuali verso una quindicenne, Izumi, dal fisico over-20. Si sa che le cose funzionano così, basta accettarlo spegnendo il cervello.

Nel 2005, alla loro terza trasposizione animata da manga, GAINAX e Saeki forniscono un gustoso antipasto dell'originale, con 12 episodi strutturati nella medesima maniera che presentano ottimamente il suo mood: in ciascuno di essi, oltre alle dovute peripezie che Izumi deve inventarsi pur di non venire stuprata da Pochi e alle innumerevoli allusioni sessuali tutt’altro che velate che dovrà sopportare, ci sarà spazio per una fantomatica, demenziale sfida che coinvolgerà ogni personaggio, e un resoconto finale dei danni monetari causati dalla ragazza per mantenere integra la propria femminilità. Chiaro quindi che, con la presenza di determinati punti fissi in ogni episodio, nascono dei bizzarri tormentoni strillati a gran voce, che garantiscono sincere risate anche al di là della già di per sé incontenibile componente umoristica della serie. Scelta felice, questa, perché in 12 episodi ci si può permettere di costruire impalcature comiche per certi versi ripetitive senza correre il rischio di stancare o annoiare per quella che potrebbe sembrare scarsa inventiva, cosa che invece accadrebbe con un maggior numero di puntate.


Il resto è uno spassoso frullatore delle più depravanti manie sessuali del genere umano (oltre a quanto citato in apertura c’è spazio per voyeurismo, esibizionismo, masturbazioni), tutte paradossalmente, e qui sta lo strabiliante punto di forza della serie, prive di volgarità, ma anzi, rese frizzanti e divertenti attraverso una filosofia di fondo che sbriciola ogni convenzione sociale con tonnellate di gag alle quali, davvero, non si può resistere. Siamo dalle parti comunque di un erotismo sfumato, dove più che scene di nudo o sesso contano i classici "pruriti" adolescenziali fondati sulle immancabili gag alle terme, al vedo-non-vedo, il bikini o reggiseno che si slaccia. La sceneggiatura è perfetta, fresca e frizzante, e pur adagiandosi su svariati cliché non ha alcun punto morto e riesce a divertire con le sue mille trovate, tra coccodrilli pervertiti dai problemi esistenziali, trappole, sberle, foto condivise in internet, i debiti monetari di Izumi verso Yoshitaka che lievitano a ogni puntata... Una storia che in più riprese è sinceramente esilarante. Complice in questo affresco audace le caratterizzazioni, che pur nel rispetto di certi stereotipi dell’animazione comica (caratteri femminili che vanno dall’innocente timidezza all’esplosività iraconda; contraparti maschili immoralmente viziose) sono esemplari e prorompenti, con dialoghi brillanti che non nascondono nulla dietro a sottilezze intellettuali.

Degna di nota anche la confezione dell'opera, retta su animazioni così che pulsano di vita, una regia piena di inventiva e un character design vivacisissimo e colorato, fedele al tratto del manga, che con sapienti tonalità di colori risalta il sex appeal delle ragazze e con fisionomie super deformed esaspera situazioni e stati d'animo. Ma ricondurre la bontà del prodotto al semplice aspetto grafico sarebbe ingeneroso, perché Shouji Saeki ha davvero fatto un gran lavoro nel ridurre a celluloide le folli vicende in b/n di He Is My Master. Non è da tutti riuscire, in così poco tempo, a far affezionare così tanto lo spettatore ai personaggi e a farlo disperare quando la serie si conclude perchè non potrà più vederli.

 
He Is My Master è la prova che si può ridere, senza per forza ricorrere a grossonalità assortite e pacchianerie oscene, anche su temi scottanti e piuttosto difficili da maneggiare, ed è proprio questo motivo, al di là dell’ironia e del coraggio, che mi spinge a consigliarlo a chiunque. Ha sicuramente qualche battuta o sequenza non riuscite, ma il numero sterminato di gag che si susseguono con ritmo sfrenato colpiscono, e garantiscono un divertimento continuo e assicurato, almeno finché dura. Incivilmente considerato tra le opere minori di GAINAX.

(scritto da Simone Corà e Jacopo Mistè)

Voto del Corà: 8 su 10
Voto del Mistè: 8 su 10

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