venerdì 24 settembre 2010

Recensione: Boogiepop Phantom

BOOGIEPOP PHANTOM
Titolo originale: Boogiepop wa Warawanai
Regia: Takashi Watanabe
Soggetto: (basato sui romanzi originali di Kouhei Kadono)
Sceneggiatura: Sadayuki Murai, Seishi Minakami, Yasuyuki Nojiri
Character Design: Shigeyuki Suga
Musiche: Yota Tsuruoka
Studio: Mad House
Formato: serie televisiva di 12 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2000
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Dynit

 

Una strana, improvvisa luminescenza rischiara il cielo notturno di una piccola cittadina. È un potente raggio di energia, ma nessuno sa da cosa possa essere generato. Forse è un segnale, o meglio, un richiamo, perché nei pressi del suo luogo d’origine accadano fatti inspiegabili: ragazzi che acquisiscono poteri soprannaturali, droghe allucinanti che danno vita a bizzarre creature, sparizioni misteriose, serial killer che tornano a uccidere, esseri divini in lotta tra loro, e sopra tutto, una semplice domanda… chi è in realtà Boogiepop Phantom?

Potrebbe sembrare un invito a passare oltre, ma l’unico modo per vedere Boogiepop Phantom e gustarselo appieno consiste in una valigia di pazienza e soprattutto in un blocco per gli appunti, e per chi scrive è grande pregio, caratteristica assai invidiabile nonostante la palese difficoltà di comprensione. Non v'è una sola storia, in Boogiepop Phantom, bensì 12, tratte dalle light novel di Kouhei Kadono, che confluiscono in una contorta, disumana, complicatissima trama generale. Ogni episodio racconta infatti di personaggi, eventi e contesti soprannaturali sempre nuovi, a sé stanti, che si collegano poi nell’affresco complessivo per via di piccoli o grandi tasselli che si incontrano lungo l’intero anime.

Arduo però venire a capo dei moltissimi quesiti che nascono puntata dopo puntata, enorme è la mole di informazioni, a tratti inesplicabile, e le ramificazioni dell’intreccio generale sono sempre più vaste, in un continuo aggiungere carne al fuoco che quasi mai si riesce a tenere sotto controllo. In un quotidiano contesto scolastico, infatti, si attorcigliano le vite di numerosi studenti, genitori, giornalisti e poliziotti, tutti alle prese con spiazzanti intromissioni soprannaturali: ragni invisibili che crescono sul petto delle persone, farfalle create con le mani, elaborazioni mentali che diventano realtà, bambini che rubano le anime dei ragazzi… Non c’è limite agli ingredienti di questo calderone, un horror che spesso si tinge di gore e che non disdegna alcune puntate nel cyberpunk. Chiaro che un simile, tortuoso collage non poteva essere equilibrato con assoluta precisione, e sicuramente bisognava concedere più spazio a quella manciata di episodi chiarificatori, su tutti l’8, che condensano in pochi minuti avvenimenti che necessitavano di almeno due, se non tre puntate per essere sviscerati appieno. Riassumere eccessivamente conduce a un’irritante confusione, e non sempre rivedere i momenti clou porta luce sulle domande più buie. Se a ciò si aggiunge l’apprezzato ma ancora più intricato scomponimento temporale di ogni episodio, con frequenti stacchi tra passato e presente, nonché molteplici punti di vista narrativi, si può capire quanta attenzione si debba riporre anche alla scena in apparenza meno significativa.


Ma se l’impalcatura narrativa è estremamente suggestiva, lo stesso non si può dire della qualità visiva, con un chara design semplice e pulito ma penalizzato da animazioni inesistenti: Boogiepop Phantom è ahimè un anime votato al risparmio, e se si apprezza la patina opaca che avvolge 11 episodi su 12, donando atmosfere ancora più tetre e cupe, è impossibile chiudere un occhio sulla staticità generale, sui personaggi immobili che quando si muovono sembrano farlo a scatti. Talvolta, per fortuna, la paralisi visiva è ravvivata da abbondanti scene splatter, unici frizzanti momenti di una monolitica lentezza, ma è purtroppo assai poco rispetto alla non perfetta eppure stregante sceneggiatura. Doppiaggio italiano come sempre non all’altezza, e vuoto: i DVD si trovano a un prezzo decisamente contenuto (anche se è imperativo rivolgersi alla sola versione in Box unico: i dischi sfusi soffrono purtroppo della censura nelle scene di sangue, rese in b/n), ma poi settate i sottotitoli e godetevi le voci originali.

Voto: 6,5 su 10

5 commenti:

marco c. ha detto...

buon anime. sulla scia di lain a mio avviso. in effetti è un po' confuso ma credo che sia cmq interessante. a tratti mi pare debba degli spunti all'intimismo tipico di hideaki anno. merita una visione.

Simone Corà ha detto...

Sì, è abbastanza confuso, capita di perdere il filo degli eventi ben più di una volta, ma c'è un'atmosfera davvero suggestiva, e la mescolanza di genere e storie ha un fascino invidiabile.

Merita sicuramente una visione, dura anche poco. :)

maurizio ha detto...

non mi ricordo più quanto tempo fa lo vidi ma per le atmosfere e le sensazione che trasmette per me è da vedere, però sinceramente alla fine sono rimasto come dire un po "intontito e perso"

Simone Corà ha detto...

Sì, anch'io ricordo di essere rimasto così, all'improvviso ci sono troppe cose in gioco e ci si perde, però come dici tu per atmosfere e sensazioni è un anime da vedere. :)

Anonimo ha detto...

Ci sono anime davvero degni che la gente abbolisce dopo 2 minuti di visione dell'episodio pilot......poi, mi sono visto questo schifo tutte e 12 puntate che è pure molto apprezzato. Storia superficiale, epilogo superficiale, scena principale del fascio di luce superficiale e mai approfondita...ci ho sperato fino all'ultimi 10 minuti dell'ultima puntata di vedere quella scena integrale, ma alla fine anche questa si è rivelata una delusione. EH, scusate gente, non capite un caxxo di anime.

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