venerdì 10 settembre 2010

Recensione: s-CRY-ed

S-CRY-ED
Titolo originale: s-CRY-ed
Regia: Goro Taniguchi
Soggetto: Hajime Yatate
Sceneggiatura: Yousuke Kuroda
Character Design: Hisashi Hirai
Musiche: Kotaro Nakagawa
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 26 episodi (durata ep. 23 min. circa)
Anno di trasmissione: 2001


Dopo un gigantesco fenomeno naturale, Il Grande Sollevamento, nella prefettura di Kanagawa iniziano a nascere gli Alter, individui dotati di incredibili super-poteri. Interessata a studiare questi mutanti, la misteriosa organizzazione Hold ottiene il permesso dal governo di creare nella zona una gigantesca città/fortezza, Lost Ground, utilizzando alcuni Alter per formare un esercito privato che mantenga l'ordine, la Holy. Kazuma è un giovane e potente Alter che vive fuori da Lost Ground e che si procura da vivere per sé e la giovanissima Kanami svolgendo lavoretti illegali per il suo amico Kimishima. La sua vita cambierà quando verrà sconfitto e catturato da uno dei più forti guerrieri di Holy, Ryuho...

Combattimenti, combattimenti e ancora combattimenti: strano accettare dopo Infinite Ryvius una storia di tutt'altro genere, passando dal dramma psicologico allo shonen action più puro, ma è così che va il mondo e nel 2001 Goro Taniguchi ha modo di dimostrare la sua abilità anche in questo campo, gettando le basi per un' "animegrafia" che, nella sua interezza, contemplerà in egual misura, quasi a suggerire due facce della stessa medaglia, sia storie di una certa profondità psicologica che quelle di semplicissimi, quasi primitivi combattimenti, pur non rinunciando a un'autorialità unica che farà splendere entrambi. Al suo secondo lavoro ritrova lo sceneggiatore Yousuke Kurada e il chara designer Hisashi Hirai, provenienti come lui da Ryvius, creando una bizzarra commistione tra gli X-Men e Jojo, s-CRY-ed, dietro il cui enigmatico titolo (il cui senso è rivelato solo nel manga uscito successivamente) si cela una produzione di un certo carisma per gli amanti delle scazzottate.

Se è inevitabile un intreccio di linearità estrema, vista la natura disimpegnata dell'opera, e la mancanza di caratterizzazioni clamorose (tolti i due protagonisti, i comprimari sono spacconi che vivono per la semplice lotta e le ragazze dei soprammobili innamorati del bel tenebroso di turno che giustamente non le calcola di striscio), non si può negare il mestiere dietro alla sua messa in scena. S-CRY-ed esprime gli irriducibili tratti del genere - mille schermaglie coi tirapiedi del cattivo, boss di fine livello, qualche morto per aumentare il tasso di dramma, power-up vari, sacrifici, immolazioni e cambi di fazione, senza dimenticare i soliti, perfidi complotti governativi dietro cui sta il classico villain monocaratterizzato e dalle manie da grandezza - ma è ben diretto, con personaggi  principali azzeccati e una fervida fantasia nell'inventare i super poteri che i vari Alter usano contro Kazuma e Ryuho, tra velocità sovraumane, particelle che si trasformano in armi mastodontiche, uso degli elementali, entità che si materializzano dal nulla come gli Stand di Jojo etc. Si vede che il regista conosce le regole del genere e sa bene come sfruttarle, dirigendo una storia superficiale quanto si vuole ma perfetta da guardare a cervello spento, la vera dimensione dove si esprime la dignità di s-CRY-ed.


Certo, alla fine l'opera non è certo nella lista delle priorità tra i lavori di Goro Taniguchi da recuperare: è diretta con brio, avvincente al punto che si divorano facilmente episodi su episodi, ma incapace di risvegliare particolari emozioni nei momenti drammatici, senza contare gli attori che non evolvono mai. Cause, queste, da imputare a una sceneggiatura abbastanza banale, ma anche al comparto action esagerato, basato su un numero fin troppo elevato di combattimenti ininfluenti, talvolta non coreografati in modo impeccabile (a scontri adrenalinici e dalla possente fisicità ne seguono altri poco ispirati o animati svogliatamente). Neanche le musiche e i disegni riescono a dire qualcosa: anonima la soundtrack, mentre il tratto grafico di Hirai, colorato ed essenziale, perfetto in serie drammatiche (o in futuro robotiche, come Gundam SEED, Fafner etc) nel contribuire a un effetto shock, in una storia "ignorante" di mazzate è sprecato, fuori contesto. Ma pur a fronte di tutti questi problemi, spunti interessanti non mancano: i primi tredici episodi di introduzione si rivelano intriganti grazie al carisma dell'immaturo Kazuma e ai bizzarri combattimenti che lo riguardano. Il ragazzo è irresistibile nella sua totale mancanza di intelligenza, un primitivo che conosce solo il linguaggio dei pugni per vivere e rinuncia a qualsiasi buon senso pur di prendersi la sua rivincita verso l'unico uomo che lo abbia mai sconfitto, il gelido Ryuho. Le puntate si guardano con piacere, e il drammatico colpo di scena che chiude il primo atto è sentito. Poi però la storia si adagia su binari di discreta banalità, l'assenza di twist veramente spiazzanti si fa sentire, e un po' tutti i personaggi della vicenda seguono un destino ampiamente pronosticabile. L'impressione iniziale positiva iniziare a scemare gradualmente e s-CRY-ed diventa niente di più che una semplice, per quanto apprezzabilissima, serie d'azione.

Molto più interessanti le graffiate d'autore: Goro Taniguchi esprime nuovamente la sua inventiva rimaneggiando le immagini della sigla d'apertura (usata casualmente in tre varianti diverse, ognuna dedicata a un determinato personaggio), stravolgendo i clichè di carattere sentimentale (chi tra Scheris e Mimori farà suo Ryuho?); facendo iniziare nuovamente la storia portante, come un orologio, esattamente a metà serie, e concludendo l'intera vicenda in soli 24 episodi. Gli ultimi due, spiazzanti, mostrano una interminabile scazzottata finale, senza reale senso, che si presta a stimolanti chiavi di lettura: un burrascoso commiato dall'età giovanile? Un simbolico rifiuto di adeguarsi alle regole della società? Inno alla vitalità giovanile o alla virilità di due uomini che lottano per onorare il valore dell'altro? Autorialissima, memorabile presa in giro?


S-CRY-ed è tutto questo e anche di più, uno shonen-anime a suo modo banale, ma non privo di svariate intuizioni capaci di galvanizzare gli appassionati di un genere che dai tempi di Dragon Ball ha saputo reinventarsi poco. Rimarrà alla memoria per le carismatiche figure dei suoi due eroi, la testa calda Kazuma e il calcolatore Ryuho, innovando il genere con la trovata dei fenomeni naturali/alieni/divini (scegliete voi) che cadono su una zona del Giappone portando i nascituri nelle vicinanze ad ereditare incredibili poteri, come ci attestano Sacred Seven, sempre Sunrise, e il Guilty Crown di casa Production I.G. Prove evidenti del successo in madrepatria di s-CRY-ed, rievocato addirittura dieci anni dopo con due OVA riassuntivi e celebrativi nuovamente diretti da Goro Taniguchi.  Sicuramente un titolo minore del regista, ma rimane una serie action con una identità precisa. Non sviluppata benissimo tenendo conto delle sue potenzialità, ma ha i suoi momenti che valgono la visione, magari come preparazione al successivo, fantastico GUNxSWORD dove Tanigichi realizza per davvero un capolavoro dell'animazione 100% disimpegnata.

Voto: 7 su 10

ALTERNATE RETELLING
s-CRY-ed Alteration (2011-2012; serie OVA)

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