mercoledì 10 novembre 2010

Recensione: Final Fantasy (Final Fantasy: Legend of the Crystals)

FINAL FANTASY
Titolo originale: Final Fantasy
Regia: Rintaro
Soggetto: (basato sul videogioco originale di Square Enix)
Sceneggiatura: Satoru Akahori, Masayori Sekijima
Character Design: Yoshinori Kanemori, Kunihiko Sakurai, Satoshi Tazaki
Mechanical Design: Seiji Handa
Musiche: Masahiko Sato
Studio: Mad House
Formato: serie OVA di 4 episodi (durata ep. 30 min. circa)
Anno di uscita: 1994
Disponibilità: edizione italiana in VHS a cura di Dynamic Italia


Chi scrive è fan da una vita di Final Fantasy, una delle più lunghe e famose saghe j-rpg della Storia videoludica, il cui nome, come Mario Bros, Legend of Zelda e Tomb Raider, è simbolo di milioni di copie vendute e legioni di fan capaci di uccidere pur di possedere una copia dell'ultima Fantasia Finale partorita da Square Enix. Il primo capitolo, uscito nel 1987 sul vecchio NES, coi suoi ovvi limiti sintetizza quelli che saranno i punti fissi della saga: grafica all'avanguardia, colonna sonora sontuosa (quasi sempre il maestro Nobuo Uematsu), epica storia fantasy di grande respiro. Un successone di critica e pubblico che porta anno dopo anno, console dopo console, l'ora milionaria Square Enix a creare un numero sempre più alto di ulteriori titoli e spin-off, quasi sempre storie indipendenti l'una dall'altra, ora ambientate in mondi fantasy medievaleggianti, ora in cupi scenari cyberpunk, con conseguente evoluzione di grafica (sempre al top in ogni sistema), storie (più adulte), personaggi (più profondi) e gameplay, al punto che svariati saranno gli eroi e antagonisti indimenticabili, creati da Square nel corso della saga, che tutt'oggi, ad anni e anni di distanza dall'episodio che li vede apparire, sopravvivono nella memoria storica venendo puntualmente rievocati e celebrati nel pantheon delle divinità videoludiche. Tutta questa premessa per cercare di rendere l'importanza rivestita da un simile brand, e sopratutto con che aspettative nel 1994 il fan comprava le VHS contenenti la prima produzione animata dedicata al mondo di Hironobu Sakaguchi, la miniserie OVA Legend of the Crystals diretta addittura da Rintaro.

Volendo essere realisti, in quegli anni qualche perplessità sulla bontà del prodotto avrebbe dovuto affiorare nella mente dell'ignaro fan, considerando che l'opera si poneva come seguito ufficiale di Final Fantasy V, gioco che, per l'opera di riciclaggio più o meno sputato della trama del capitolo precedente, i personaggi banali e le atmosfere scanzonate, era il più scialbo del vecchio corso della saga (oggi abbondantemente rivalutato per demerito degli episodi più recenti). Però, il poter vedere in animazione un prodotto legato ufficialmente a una delle saghe videoludiche più amate rimaneva un richiamo a cui era troppo difficile resistere. Peccato che, come si sarà capito, di pacco si trattava. Stroncare un episodio ufficiale di Final Fantasy non può certo fare piacere a chi scrive poiché si parla di una saga che a lui, come a milioni altri di fan, ha regalato grandi emozioni. Bisogna comunque farlo, in quanto Legend of the Crystals è brutto, ma brutto forte: una storia banalissima e noiosa, animata male e scritta anche peggio.


Sono passati duecento anni da quando gli eroi Bartz, Lenna, Faris e Krile hanno salvato il mondo sconfiggendo il malvagio X-Death: purtroppo per loro la piccola Linaly, discendente di Bartz, e il suo amico d'indanzia Prettz dovranno presto rassegnarsi a replicare le gesta dei loro antenati. Il cattivossimo Ra Devil sta infatti rubando, uno a uno e per l'ennesima volta, i Quattro Cristalli che governano gli elementali e le forze della natura, per poter nuovamente tentare di sottomettere il mondo. I due ragazzi dovranno quindi sconfiggerlo, ovviamente dopo che nuovi comprimari si saranno uniti alla loro causa. Allo stato pratico il seguito del quinto Final Fantasy si limita alla riproposizione pedissequa della sua trama (già a sua volta "rubata" da Final Fantasy IV), senza alcuna aggiunta ma con tante idee pessime in più. Complimenti agli sceneggiatori, anche tenendo conto che questo soggetto, già banale in partenza, è scritto male, con confusione, incertezza e un contorno di irritante umorismo infantile, animazioni funzionali, musiche anonime e chara design moscio, con personaggi così piatti e adagiati su caratterizzazioni ridicole da essere subito odiosi. I (pochi) fan del gioco originale si sentiranno poi ulteriormente beffati tenendo conto che hanno speso soldi per una produzione mediocre che ha collegamenti labilissimi con il gioco originale, riconducibili solo a una velocissima comparsata degli spiriti degli eroi leggendari e alla figura del classico chocobo, simbolo però di tutta la saga e non certo solo del quinto capitolo. Semplicemente indegno del leggendario nome che porta, Final Fantasy V-2 è una miniserie noiosa e deludente, addirittura pessima se teniamo conto del suo regista e del giustificato hype dell'epoca.

Quello che più fa male, alla luce dell'ottimo risultato di Advent Children uscito undici anni dopo e che funge invece da sequel al settimo capitolo videoludico, è pensare che sarebbe bastato davvero poco all'opera per  soddisfare i fan. Non necessariamente una trama più elaborata, ma almeno la colonna sonora di Nobuo Uematsu, omaggi e citazioni, un cast non interamente nuovo di zecca ma con qualche personaggio storico. Quelle sarebbero state soddisfazioni, sarebbe bastato poco per reimmergere lo spettatore nella magia e nella meraviglia del mondo di Final Fantasy, anche se si trattava del seguito ufficiale di un titolo non propriamente amato. Square Enix invece devolve a Mad House il compito di farlo, e lo studio risponde con zero fatica e nel modo più facile: scrivendo la cosa più banale che gli viene in mente, con pochi soldi, zero ispirazione e schiaffando in logo Final Fantasy in gigantesco sulla confezione. E il risultato, privo del minimo carisma, è così svogliato e inutile da rasentare il ridicolo.


Siamo tutti coscienti che trasporre su schermo la profondità di un j-rpg è impresa quasi impossibile, ma pensare di sviluppare qualcosa di decente in appena quattro puntate, oltretutto dalla trama così risibile, significa non provarci nemmeno. Negli anni successivi altre incursioni animate nel mondo ideato da Hironobu Sakaguchi porteranno a risultati più dignitosi, ma questo primo tentativo è da bocciare completamente. Velo pietoso anche sul doppiaggio italiano, ma questo è il meno...

Voto: 4 su 10

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