venerdì 8 luglio 2011

Recensione: Panty & Stocking with Garterbelt

PANTY & STOCKING WITH GARTERBELT
Titolo originale: Panty & Stocking with Garterbelt
Regia: Hiroyuki Imaishi
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Tagro)
Sceneggiatura: Geek Fleet
Character Design: Atsushi Nishigori
Musiche: Taku Takahashi
Studio: GAINAX
Formato: serie televisiva di 13 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2010

 
Nella peccaminosa Darten City le sorelle Panty e Stocking, angeli cacciati dal paradiso perché poco ligi alle regole, formano con il prete omosessuale Gartebelt una task force impegnata a uccidere i Ghost, repellenti creature demoniache inviate dalle loro acerrime nemiche, le diavolesse Scanty e Kneesock.

Ritorno attesissimo, quello di Hiroyuki Imaishi, che a due anni dal successo stellare di Gurren Lagann (2007) preferisce però retrocedere sui propri passi, rispolverare certe atmosfere ideate con l’esordio Dead Leaves (2004) e indirizzarsi su lidi erotico-demenziali cari alla GAINAX, invece di continuare nella sperimentazione robotico-visiva intrapresa con una delle serie mecha più originali di sempre. Ciò non toglie l’irresistibile, sporcacciona, divertentissima resa finale di Panty and Stocking with Garterbelt, che pur comodamente coccolata dall’esuberante verve comica sfoggiata dallo stravagante studio nipponico nella maggior parte delle sue produzioni, riesce nel (forse) impossibile compito di rinnovarsi pur raccontando le solite cose, sfruttando le solite allusioni sessuali e parodizzando i soliti film.

Impostato come un qualsiasi titolo sfornato da Cartoon Network, a partire dai personaggi super deformed, i disegni squadrati e spigolosi attorniati da uno spesso tratto nero e il doppio episodio per puntata introdotto da una brevissima sigla e rapidi credits degli autori, Panty and Stocking with Garterbelt si presenta, appunto, come la consueta serie demenziale GAINAX, urlata e sfacciata, zeppa di volgarità scollacciate e buffa violenza. In realtà, pur fossilizzandosi su semplici one shot con un monster-of-the-week da distruggere, ogni episodio di Panty and Stocking with Garterbelt è magistralmente scritto e sorprendentemente diretto, tanto che man mano che la serie avanza, mostrando anche un irrilevante straccio di trama generale (niente più che un esile legame tra protagonisti e antagonisti per giustificare la loro lotta), è facile stupirsi di fronte a singole storie di apparente, assurdo squallore (mostri generati da feci, vomito, sperma e muco sono all’ordine del giorno) che però nascondono intricate sceneggiature, spaventose mitologie e complicati meccanismi generativi.


Basterebbe il solo episodio incentrato sugli spermatozoi demoniaci, aperto da un prologo stupefacente, per meravigliarsi di fronte alla genialità creativa dello staff capitanato da Imaishi. Tonnellate di volgarità, spesso disgustose e di difficile digestione (l’episodio sullo scaccolamento che provoca piacere sessuale è rivoltante come poche cose viste ever), oceani di vomito, fiumi di escrementi, barili di sangue e qualsiasi altro tipo di fluido umano, e ancora scoregge, rutti e infiniti riferimenti carnali per niente velati, eppure Panty and Stocking with Garterbelt non scade mai nel patetico autocompiacimento, nella pietosa forzatura dell’eccesso a tutti i costi, traboccando invece di idee e ingegnosità, spunti vincenti e brillanti che sanno farsi narrativamente valere con un’ironia politicamente scorretta, cattiva e perversa, anche senza citare l’impressionante lavoro registico che domina i 26 mini-episodi complessivi. Fedele alle regole dell’animazione a stelle e strisce, Panty and Stocking with Garterbelt sfrutta un budget non troppo elevato sfoggiando animazioni minimali e disegni caotici e potenzialmente poco piacevoli, ma attraverso un’ispirata, funambolica regia, che propone surfate trasversali e continui movimenti parabolici, l’essenzialità diventa sbalorditiva, instancabile serie di invenzioni, privilegiando ora la ricchezza di dettagli (la puntata sugli zombi) ora la sperimentazione (l’inquadratura unica, senza stacchi, per l’intero episodio in cui Panty e Stocking cazzeggiano sul divano in attesa dell’arrivo di Garterbelt, oppure la puntata realizzata con disegni tradizionali) ora la totale follia (il triplo episodio dedicato al cane Chuck, che parodizza il 3D e il post-modernismo -!!!-, o la puntata-videoclip musicale).

Il pregio principale dell’opera rimane però, naturalmente, la spigliata caratterizzazione del duo protagonista e del duo comprimario. Tanto la ninfomane Panty è provocante nel trasformare le mutandine in pistole e a scorrazzare in giro con chiappe e tette al vento, tanto è dolce Stocking nella sua golosità di zucchero e merendine: la loro è una coppia efficace e riuscita, ben bilanciata nei relativi eccessi, e forse solo nella puntata in cui Stocking trova l’amore la serie scade lievemente nella comicità più becera e banale. Accanto a loro, Garterbelt, prete negro di due metri con capigliatura afro, spiccate tendenze sodomite e passioni BDSM, e Geek Boy, consueto sfigatello nerd, balbuziente e imbranato, il cui amore verso Panty lo conduce a devastanti pazzie comiche. Non sempre riuscito è invece Chuck, piuttosto irritante nel suo continuo e molesto abbaiare, con il quale Imaishi tenta l’ennesima strada demenziale (Chuck muore più volte nel corso di ogni puntata, spesso in maniere disgustose e micidiali) senza però centrare in pieno il bersaglio, salvo il geniale trittico a esso dedicato. Molto divertenti infine le due antagoniste, Scanty e Kneesock, sexy diavolesse accecate da una rabbia incontrollabile che le costringe a errori madornali e relative, violentissime conseguenze.


In un ritmo scoppiettante e indiavolato, ben supportato inoltre da una OST pop-dance danzereccia, tamarra e martellante, si giunge così all’episodio conclusivo, riuscito mix di catastrofica epicità e solenne depravazione sessuale, dove peni giganti devono infilarsi in città-vagine e solo dei maestri del sadomaso possono salvare il mondo (!!!), e si rimane piuttosto sorpresi nello scoprire il bizzarro epilogo, un colpo allo stomaco assolutamente impensabile, data la natura dell’opera, che non può che far sperare verso un’annunciata, anche se forse solo per simpatico tranello, seconda serie.

Voto: 8 su 10

1 commento:

Jean Jacques ha detto...

L'HO AMATO!!!
Demenzialità allucinante ed animazioni eccelse. A un certo punto però mi sono chiesto se chi ha scritto gli episodi non avesse qualche problema..

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