lunedì 13 maggio 2013

Recensione: Robotics;Notes

ROBOTICS;NOTES
Titolo originale: Robotics;Notes
Regia: Kazuya Nomura
Soggetto: (basato sul videogioco originale di 5pb & Nitroplus)
Sceneggiatura: Jukki Hanada
Character Design: Tomonori Fukuda (originale), Chikashi Kubota
Musiche: Takeshi Abo, Yuuki Hayashi
Studio: Production I.G
Formato: serie televisiva di 22 episodi (durata ep.24 min. circa)
Anni di trasmissione: 2012 - 2013


Non c’è due senza tre, era in fondo inevitabile che, dopo ChäoS;HEAd (2008), Steins;Gate (2011) e relativi successi, nell’attesa del lungometraggio che prosegua la vicenda di quest’ultimo, nascesse una trasposizione animata anche per il terzo capitolo delle visual novel della 5pb, ed è assai benvoluta non solo la produzione stellare 2012 targata Production I.G, ma anche la presenza di Jukki Hanada - in questo ruolo anche nella scorsa puntata - a tenere le redini della sceneggiatura, garanzia di qualità che in Robotics;Notes sicuramente non riesce a bissare la profondità psicologica/narrativa di Steins;Gate, ma nonostante certi momenti lacunosi e una sensazione, a tratti, di fretta o sbrigatività, è capace ancora una volta di (ri)creare personaggi meravigliosi che da soli mandano avanti l’intera storia.

Ancora una volta nessun legame con le opere precedenti, se non per la prosecuzione della mera linea temporale, e ancora una volta una storia che propone scenario e caratteri inediti – siamo in un 2019 assai credibile, dove la realtà assiste a un’evoluzione tridimensionale della società online, attraverso un pad simile alla PSP con cui si può giocare, telefonare, chattare, navigare e interagire con una Rete che avvolge letteralmente il territorio (che è un po’ quello che vorrebbe fare Google con il suo progetto Google Glass). Non è tuttavia la tecnologia o certo cyberpunk a costruire il plot, bensì una sorta di visione nostalgica/formativa per i robot, idolatrati dalla protagonista Akiho nel suo amore per un fittizio, lunghissimo anime robotico lasciato colpevolmente senza conclusione, del quale, in quanto a capo del club di robotica, cerca di costruire il colosso meccanico protagonista a grandezza naturale. Il mecha, visto sia come strumento d’intrattenimento, sia come valore storico/simbolico del Giappone, ma anche, in un concetto sicuramente ingenuo ma trattato con una certa eleganza, portatore di speranza, forza e aggancio per il futuro, è quindi al centro di un trama complessa, invitante e scorrevole, ma purtroppo involuta, incapace di dare giusto spazio a ogni sua parte, non priva comunque di suggestioni affascinanti e momenti di piacevole sense of wonder – abbiamo in fondo a che fare con rivolte di I.A., omicidi inspiegabili avvenuti nella Rete, un regista serial killer, esplosioni solari, misteriosi enigmi da risolvere con l'uso di strana tecnologia, progetti per la conquista dello spazio e un generale senso apocalittico che si abbatte sul mondo intero. Si nota però come non siano i tanti, tanti risvolti dell’intreccio a interessare Hanada, sono troppi i momenti trattati con distacco, poco mordente e soprattutto ritardo (la ribellione dei robot, la verità sulle macchie solari e sulla sorella di Akiho) – l’anime infatti procede lento e senza una precisa direzione per un numero eccessivo di puntate, quasi un - piacevolissimo, per carità - slice of life che poi impenna all’improvviso con un sovraccarico di informazioni e di eventi che finiscono inevitabilmente per essere maltrattati.


Ma nonostante questa spiacevole mancanza, probabilmente evitabile anche solo con una manciata di episodi in più e, magari, una maggior velocità iniziale, il lavoro svolto nel perfezionamento dei personaggi in gioco è talmente buono da dimenticare, o quanto meno lasciare in secondo piano, l’evolversi della trama stessa, perché è proprio l’evoluzione dei caratteri, nel trattare i classici temi adolescenziali di amicizia, amore, odio, rivalsa, coraggio e sesso, a coinvolgere lo spettatore: stati d’animo, reazioni, dialoghi, ogni elemento che riguardi l'esuberante Akiho, il distratto Kaito, la stramba Frau e gli altri ragazzi che compongono il club di robotica sono curati al dettaglio, con un’intensità e un realismo, nella finzione, di raro spessore, attingendo ai vari cliché tipici dell’animazione (la protagonista esplosiva e incontenibile, la controparte maschile schiva e solitaria, l’otaku schizoide, la moe, il genio incompreso che odia il padre, ecc) per offrirne delle interpretazioni sempre piacevoli e soprattutto mature, in grado di porsi interrogativi e spendere tempo e risorse nel tentativo di risolverli. La progressione psicologica di fronte ai tanti, troppi, a tratti davvero eccessivi e impossibili avvenimenti che colpiscono i ragazzi, è quindi straordinariamente valida e funge da collante incredibile per le varie lacune di cui soffre la trama portante - la passione di Akiho nella costruzione del mecha, l’ossessione di Frau per la tecnologia e per il mistero dell’anime incompiuto, i non-sentimenti provati da Kaito permettono un feeling denso e drammatico (penso all’inaugurazione del robot costruito, o alla disperata, assurda battaglia finale – momenti tra l'altro sempre musicati con gran gusto sinfonico, magniloquente ma snello e orecchiabile) con ognuno dei protagonisti, ne consegue un crescendo epico e di grande intensità nella loro maturazione e nella parallela scalata alla vittoria contro un nemico che, per una volta, è davvero superiore nella lotta contro una banda di ragazzini che non può francamente fare niente contro chi sta realmente progettando la conquista del mondo.

Production I.G. come sempre confeziona un prodotto superlativo, con animazioni sfavillanti e un chara design dolce e delicato che dona a ogni personaggio un delizioso e non eccessivo tratto moderno, chiaro quindi che Robotics;Notes è un vero piacere per gli occhi tanto nei disegni morbidi quanto nel buffo mecha design, adattissimo comunque allo stile concettuale dell'opera, così sapientemente in bilico tra atmosfere solari e dramma commovente.


Consigliatissimo a chi cerca un'opera di spessore, nonostante certe mancanze in fase narrativa, e soprattutto agli amanti dell'animazione robotica, Robotics;Notes è infatti un vero atto d'amore verso il genere più che un anime robotico in sé, categoria nella quale comunque rientra per ben più di un aspetto, nel toccare corde emotive, visive e per certi versi di pura spettacolarizzazione sa cosa enfatizzare e cos'altro ironizzare, il tutto con una raffinatezza e una robustezza dialogica che non si trovano così spesso. 

Voto: 7 su 10

PREQUEL
ChäoS;HEAd (2008; TV)
Steins;Gate (2011; TV)
Steins;Gate The Movie: Loading Area of Déjà vu (2013; film)

2 commenti:

Acalia Fenders ha detto...

Non l'ho ancora visto ma mi ispira un sacco. Chaos;Head non l'ho guardato (ne ho solo sentito parlar male) ma Steins;Gate mi è piaciuto un sacco ^^

Simone Corà ha detto...

Chaos;Head manca anche a me, infatti le brutte cose che si sentono dire lo precedono e mi hanno tenuto alla larga, almeno per ora. Ma se Steins;Gate ti è piaciuto (io l'ho ADORATO), ti piacerà moltissimo anche Robotics;Notes, ci sono le stesse atmosfere tra il drammatico e lo spensierato, con personaggi caratterizzati meravigliosamente. Ecco, la trama è troppo complessa e non tiene sempre bene, ma alla fine non importa... :)

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