lunedì 5 luglio 2010

Recensione: Mao Dante

MAO DANTE
Titolo originale: Mao Dante
Regia: Kenichi Maejima
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Go Nagai)
Sceneggiatura: Shouzo Uehara
Character Design: Toshimitsu Kobayashi
Beast Design: Keizo Shimizu
Musiche: Horoshi Motokura
Studio: Dante Project
Formato: serie televisiva di 13 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anno di trasmissione: 2002
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Dynit

 
Ryo Utsugi continua a sognare, terrorizzato, di trovarsi dentro una grotta sull'Himalaya, al cospetto di un gigantesco demone. La sua vita cambierà per sempre quando scopre di avere misteriosi poteri che lo portano davvero in quel luogo, dove si fonde con la mostruosa creatura, chiamata Dante, acquisendone aspetto e capacità. Successivamente il ragazzo conosce altri suoi simili, adepti di una congrega di satanisti, apprendendo così la vera storia dell'umanità e del demone che risiede in lui...

Si poteva fare molto di meglio. Non c'è altro modo di sintetizzare la trasposizione animata di uno dei più originali manga di Go Nagai, quel controverso prototipo del DevilMan televisivo scritto nel lontano 1971 a briglie sciolte e fonte di inesauribili polemiche per i suoi contenuti blasfemi (ragione, questa, del totale disprezzo in quegli anni dell'autore verso la società umana), rimasto incompleto per la chiusura della rivista Bokura Magazine che lo serializzava. Solo dopo trent'anni arriva la versione animata, che dal punto di vista narrativo merita solo lodi. Non solo per seguire fedelmente i punti salienti del fumetto dilungandosi in dettagli e situazioni inedite di notevole interesse (l'amore semi-incestuoso dell'eroe per la sorella Saori, lo scontro con i quattro demoni dell'Apocalisse, le figure di Lucifero e Satana), ma più che altro per dargli finalmente un finale, una una conclusione imprevedibile e poetica che fosse uscita su fumetto avrebbe reso Mao Dante un'altra leggenda di pari livello di DevilMan. Eppure, per quanto pregevole, il risultato complessivo deve venire notevolmente ridimensionato per la realizzazione tecnica, una vergogna tale da portare lo stesso autore a rinnegare l'opera disconoscendola.

L'accattivante chara design semplice e tenebroso, la gradevole colonna sonora e la stupenda e toccante ending (Heal di Asuka Kuroki) non bastano a far passare in secondo piano il risibile budget con cui è animato Mao Dante. Non è esagerato definirlo una delle serie animate più povere del decennio del nuovo secolo (insieme a Saint Seiya The Hades Chapter: Inferno ed Elysion), compendio di animazioni legnose, movenze scattose e fermo-immagine in più occasioni inguardabili. Povertà tale da ripercuotersi in modo distruttivo nelle scene d'azione, a cui danno vita giganteschi mostri che, in combattimenti ridicoli, stanno a colpirsi meccanicamente a turno assomigliando a giganteschi pupazzi. Una sciagura, poiché animato bene Mao Dante non avrebbe bisogno di nulla per diventare istantaneamente un cult. Dall'inizio alla fine, a prescindere dai suoi limiti, rappresenta infatti una visione intrigante e piena di soprese: la trama è eccezionale, non mancano spiazzanti colpi di scena, i personaggi sono ben caratterizzati. E l'impronta maligna dell'autore, Go Nagai, si ravvede in ogni istante, tra parentesi sanguinolente, la condanna dell'incrollabile fede religiosa che non si pone domande e l'ambiguità tra bene e male che spesso si mescolano tra di loro. Un'opera geniale indegna di un simile trattamento in animazione.


Grazie a Dynamic Planning per dare finalmente al manga di Mao Dante il finale che gli manca da 30 anni, oltretutto splendido, ma una povera realizzazione tecnica non può essere perdonata a nessuno. Dopo aver aver prodotto gioielli come Violence Jack, Il pazzo mondo di Go Nagai, gli OVA di DevilMan e The Last Day è assurdo non sborsare qualche yen in più per la trasposizione animata di un'opera altrettanto importante come Mao Dante.

Nefasta oltre ogni previsione la versione italiana in dvd curata da Dynit: non si può davvero sentire l'orrido doppiaggio (con punte di orrore assoluto da ricercare nelle voci di Saori e Dio), ma sopratutto è imperdonabile per il noto editore italiano aver attinto, per il video, a master americani dove sono totalmente censurate le numerose scene di nudo e sangue (reintegrate, bisogna dirlo, negli extra, ma quant'è brutto e scomodo guardarle al di fuori dell'episodio).

Voto: 6 su 10

4 commenti:

Giacometto ha detto...

davvero davvero brutta come serie. Non ho letto il manga, quindi non faccio paragoni, ma una realizzazione tecnica davvero penosa unita a degli sviluppi narrativi davvero osceni. Le basi per qualcosa di fucking epic c'erano tutte, ma sono state messe insieme con lo sputo.

Jacopo Mistè ha detto...

L'anime segue il manga in modo fedelissimo fino alla fine, di inedite ci sono solo le ultime tre puntate che forniscono, finalmente, l'agognata conclusione che Mao Dante non ha mai avuto nella controparte cartacea.

Per me storia fenomenale, talmente figa e provocatoria che gli ho dato un buon voto a prescindere dalla confezione terribilmente mediocre che tu stesso hai riconosciuto. Non avesse avuto quella storia un voto strabasso ci sarebbe stato tutto.

Francesco La Manno ha detto...

Concordo in tutto ciò che hai scritto.

Rincresce vedere che un'opera della caratura di Mao Dante sia stata trasposta in anime, in una maniera così scellerata.

Elfoscuro ha detto...

Veramente non ti è piaciuto il cast di voci italiane? Ioho trovato interessanti le interpretazioni di Barbetti, Chevalier, Gammino, Acerbo, Boraschi e cosi via..

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