mercoledì 16 febbraio 2011

Recensione: Relic Armor Legaciam

RELIC ARMOR LEGACIAM
Titolo originale: Legaciam
Regia: Hiroyuki Kitazume
Soggetto: Hiroyuki Kitazume
Sceneggiatura: Akinori Endo
Character Design: Hiroyuki Kitazume, Akihiko Yamashita, Atsushi Yamagata
Mechanical Design: Hiroyuki Kitazume, Yukihisa Fujita
Musiche: Tatsumi Yano
Studio: Atelier Giga
Formato: OVA (durata 49 min. circa)
Anno di uscita: 1987


Siamo a Libertia, pianeta del futuro in cui l'intera umanità risiede in una gigantesca metropoli retta dalla tirannica organizzazione para-militare dei Guild. Una casetta di periferia ospita il laboratorio dello scienziato Grace, che usa sua nipote Alcia come pilota per provare a far funzionare il misterioso Armor Legaciam rinvenuto chissà dove. Un raid dei Guild, intenzionati a catturare il robot, porta al rapimento di Grace, ma fortunatamente Alcia riesce a scappare con il mecha e, successivamente, con i suoi amici cerca di liberarlo...

Relic Armor Legaciam appartiene a pieno diritto a quel novero di dimenticati OVA la cui esistenza, per una ragione o l'altra, è stata più o meno rimossa. È con un certo interesse che chi scrive cerca di scovare simili esemplari, fiducioso di recuperare qualche inaspettata e oscura gemma perduta nel mare delle anticaglie, ma il più delle volte, effettivamente, il mistero di così poca notorietà sta solo nella qualità infima di suddette opere. Legaciam, unico lavoro del defunto studio d'animazione Atelier Giga (andato in rovina per debiti poco dopo, anche "grazie" al totale insuccesso commerciale dell'opera1) fondato da quell'Hiroyuki Kitazume che l'anno prima diventava famoso per il suo tratto in Mobile Suit Gundam ZZ (1986) e che in questo OVA scrive, disegna e addirittura dirige personalmente, è meglio se rimane interrato.

La trama, banale e senza sorprese, è innanzitutto incompleta, in quanto rappresenta solo la prima parte di una mai sviluppata serie: non si spiegherebbe, altrimenti, il finale lasciato in sospeso e quel "See You Again" dopo i titoli di coda (il seguito sarà effettivamente annunciato nel 1991, ma finirà poi dimenticato2). Ma questo è il meno: la storia è pure mal sviluppata, lasciando all'immaginazione quasi tutto il background attraverso cui si snoda. Chi sono i Guild? Com'è organizzata la civiltà sul pianeta Libertia? Cos'è questa misteriosa torre di cui tutti parlano? Com'è che Alcia e i suoi amici conoscono Zeno? In particolare, l'OVA passa con orrore da una sequenza all'altra con notevoli stacchi, evidenziando un grottesco lavoro di montaggio e regia che rende caotica una storia a suo modo per nulla complicata. ma anzi abbastanza semplicistica. La mediocrità dello script diventa quindi protagonista assoluto del fallimento di Legaciam: complice l'assenza di un approfondimento del setting, è davvero arduo capire perché i nostri eroi combattano contro la Guild e soprattutto perché la bella Felmis, Guild figlia di un ex amico del dottor Grace, da un lato covi risentimento verso quest'ultimo (per via di un fatto avvenuto anni prima, non si saprà mai cos'è successo) e dall'altro trami un'aperta ribellione verso il suo stesso esercito. Con tutte le sue sottotrame, Legaciam dimostra una certa ambizione, ma l'assenza di un prosieguo e quindi di un climax ha come unico risultato quello di arenare il tutto, lasciando ai posteri un unico episodio denso di idee non sviluppate (a meno ciò non avvenga nel romanzo omonimo uscito nel 1989, scritto dallo stesso sceneggiatore Akinori Endo e coi disegni di Kitazume, ma non lo sapremo mai non essendo mai stato tradotto in lingua comprensibile). I personaggi dalle caratterizzazioni non pervenute sono lo schiaffo finale: privi di qualsiasi interesse, puramente asserviti alla trama, sono semplici bambolotti che si rivelano il colpo di grazia per un OVA tedioso.


Chara e mecha design sarebbero anche intriganti, con questi robot bipedi dall'aspetto insettiforme (un ibrido tra gli AT di Armored Trooper Votoms e gli Aura Battler di Aura Battler Dunbine) e il design del cast che ridimostra - come se mai si fosse messo in dubbio - il valore di Kitazume come uno dei chara designer più importanti degli anni '80, ma tecnicamente le animazioni sono poco più che funzionali e di scarsa qualità (alla faccia del formato home video) e i fondali disegnati senza cura e inventiva, di un anonimato imbarazzante. Va bene che negli OVA del periodo contavano più l'azione, i disegni e gli effetti speciali piuttosto che chissà che profondità narrativa, ma se oltre a quest'ultima manca anche il resto, ciò che rimane è in definitiva un anime robotico talmente fiacco e senz'anima che i suoi 50 minuti di durata sembrano anche troppo lunghi.

Voto: 4 su 10


FONTI
1 Sito internet, "Z. Konketsuji", alla pagina "Artist Spotlight: Kitazume Hiroyuki", http://zkonketsuji.com/post/114060309667/80sanime-born-in-1961-kitazume-hiroyuki-is-an
2 Kappa Magazine n. 6, Star Comics, 1992, pag. 125

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, complimenti per aver scovato questo anime, ci saranno sì e no una decina di persone che se lo ricordano. Personalmente amo il character e il mecha design di questo OVA, penso che anche la trama aveva un buon potenziale ma non lo sapremo mai. Per la cronaca, esiste un romanzo datato 1989 scritto dallo sceneggiatore di Legaciam (Akinori Endo) e con illustrazioni di Hiroyuki Kitazume, ma non trovo nulla al riguardo su internet che non sia scritto in giapponese.

Jacopo Mistè ha detto...

Sui disegni niente da dire, Kitazume è tra i miei character designer preferiti in assoluto (insieme alla Takada, Mikimoto e Yasuhiko). Sulla storia, ehm... XD

Francesco Granziera ha detto...

Una vera e propria schifezza. Dragon Century è meglio, e c'è sempre Kitazume come animatore e chara designer.

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