lunedì 16 luglio 2012

Recensione: La voce delle stelle

LA VOCE DELLE STELLE
Titolo originale: Hoshi no Koe
Regia: Makoto Shinkai
Soggetto & sceneggiatura: Makoto Shinkai
Musiche: Tenmon
Studio: ComixWave
Formato: OVA (durata 25 min. circa)
Anno di uscita: 2002
Disponibilità: edizione italiana in DVD a cura di Kaze


La guerra contro i Tarsian, spregevoli entità aliene incontrate su Marte, pare essere giunta a una fase cruciale: la nave spaziale Lysithia parte infatti alla volta della galassia natale del nemico, e la giovane studentessa Mikako decide di arruolarsi tra le forze terrestri nonostante sia consapevole che difficilmente potrà rivedere ancora il suo ragazzo Noboru. L’unico mezzo di comunicazione tra due è la posta elettronica, reso però assai problematico dalla lunga distanza che li separa: una mail può infatti impiegare anni prima di arrivare a destinazione, e più la Lysithia si allontana dalla Terra, sempre più sporadica si fa la corrispondenza…

Con due soli, minuscoli corti all’attivo, nel 2002 Makoto Shinkai continua la sua solitaria esplorazione del dialogo umano, e la fa rinnovando la sua totalitaria modalità di lavoro: La voce delle stelle viene scritto, diretto, disegnato, animato e doppiato in un fai-da-te che segna per sempre la carriera del regista poiché il risultato finale, considerando più la componente tecnica dell’opera che il contenuto in sé, appare addirittura sbalorditivo. Confrontandolo con qualsiasi prodotto d’animazione media, La voce delle stelle ne esce chiaramente sconfitto, fin troppo statiche certe scelte di regia e messa in moto, ma il carattere amatoriale viene dimenticato di fronte alla fluidità delle battaglie robotiche e alle fragorose esplosioni che ne rinvigoriscono la seconda metà. È anche vero che molta critica si sbrodola andando ben oltre con le lodi e incensando, proprio forse per l’autoralità in cui annega il progetto, la poetica di Shinkai per via di un messaggio tuttavia appare moscio e superficiale, e da queste parti è infatti difficile essere pienamente soddisfatti di questo mediometraggio. Ripetitivo, improbabile, privo di qualsiasi fondamento scientifico e sentimentale, La voce delle stelle non può permettersi di vivere soltanto del concetto espresso, una dolorosa analisi della separazione, di un amore vissuto con una lontananza incolmabile: troppo sintetici i due protagonisti, questi scolaretti che si messaggiano enfatizzando in maniera poco realistica un amore adolescenziale, e piuttosto assurdo lo sviluppo della situazione, che lei che invia e-mail sfruttando il wi-fi di chissà quale lontana galassia. Ed è proprio lo scambio di filosofia spiccia tra i due, elemento portante dell’opera, ad apparire stanco e prolisso, facilone e qualunquista, con parole e frasi incolori, troppo piatte per esprimere realmente i pensieri evocati. Non che l’amore che lega Mikako e Noboru e il modo in cui colpisce lo spettatore sia privo di certo spessore, l’impossibile distanza tra i due tra i due rende ogni mail carica di sofferenza e dispiacere perché non basta la velocità superluminale per impedire che un messaggio arrivi a destinazione anni dopo essere stato inviato. Tuttavia, il contesto è talmente tralasciato, talmente povero che il tutto si riduce a una compiaciuta disperazione (esaltata, tra l’altro, da una melensa insert song abbastanza bruttina) priva di mordente: mancano i dettagli, mancano gli elementi di background, mancano molte, molte cose, sostituite qua e là da confuse parentesi oniriche o scialbi dialoghi interiori.


Rimane quindi una sufficiente piacevolezza nel gustarsi questi combattimenti tra mecha e alieni, in un tripudio di sparatorie, missili e viaggi siderali. Grazie a un buon mecha design e ad animazioni notevoli, tenendo conto delle sole due braccia che hanno lavorato al progetto, la componente fanta-action spazza via le lagne sentimentali che intervengono in continuazione, puntualmente noiose, costantemente superficiali, donando un po’ di agilità e gusto visivo all’opera. Opera che si mostra comunque diretta con buon stile, dinamico e interessante, e che difetta laddove avrebbe invece dovuto offrire il suo meglio, ovvero una sceneggiatura purtroppo sempliciotta sulla base di un’ottima idea.

Unica reperibilità italiana di La voce delle stelle, sottoforma di extra insieme a Lei e il gatto (1999), consiste nella Collector's Edition a 3 DVD edita da Kaze di 5cm per second (2007), secondo lungometraggio cinematografico di Makoto Shinkai.
 
Voto: 5 su 10

4 commenti:

Haranban ha detto...

Uuuuhh me l'hai distrutto! :D A me non era dispiaciuto... forse proprio per il fatto che era alla fine frutto di pochissime persone. Chissà. Forse l'ho guardato troppo superficialmente e l'ho premiato oltre i suoi meriti :)

Mi distruggerai anche Hoshi o ou kodomo? Sarà uno dei prossimi che recensirò :)

Simone Corà ha detto...

Mah, sai, per l'essere frutto del lavoro di una sola persona a tratti è davvero incredibile, però ti lascia un po' così pensando che l'unico elemento su cui Shinkai non poteva sbagliare era la sceneggiatura - in fondo scrivere è gratis, non comporta alcuna spesa. E un'opera così superficiale a me piace fino a un certo punto. :)

Hoshi o ou kodomo non l'ho ancora visto :-p

maurizio ha detto...

io la penso come Haraban, a me non era dispiaciuto, anzi avevo trovato l'idea di base abbastanza originale con uno svolgimento volutamente malinconico.

Simone Corà ha detto...

Ma l'idea è sicuramente notevole, così come l'atmosfera triste, è proprio lo svolgimento, secondo me, a banalizzare il tutto in maniera addirittura tragica. :)

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