CRAYON SHIN-CHAN: THE ADULT EMPIRE STRIKES BACK
Titolo originale: Crayon Shin-chan - Arashi o Yobu Mōretsu! Otona Teikoku no Gyakushū
Regia: Keiichi Hara
Regia: Keiichi Hara
Soggetto & sceneggiatura: Keiichi Hara, Tsutomu Mizushima
Character Design: Katsunori Hara, Yuichiro Sueyoshi
Musiche: Shiro Hamaguchi, Toshiyuki Harakawa
Studio: Shin-Ei Animation
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 90 min. circa)
Anno di uscita: 2001
Character Design: Katsunori Hara, Yuichiro Sueyoshi
Musiche: Shiro Hamaguchi, Toshiyuki Harakawa
Studio: Shin-Ei Animation
Formato: lungometraggio cinematografico (durata 90 min. circa)
Anno di uscita: 2001
Yushito Usui
inizia a disegnare Crayon Shin-Chan nel 1990, e proseguirà ininterrottamente, per
vent’anni, fino alla morte causata da una caduta accidentale in montagna.
Sgraziato, volgare, ingenuo ma sagace, disegnato con un tratto deformed e
tremolante per accentuare la comicità prettamente slapstick e grossolana,
Shin-Chan, cinque anni appena e una lingua che nessuno riesce a tenere a bada,
vive con i genitori e la sorellina e passa le giornate a fare disastri. I guai
combinati dal piccolo protagonista diventano presto un gran successo in
Giappone (e non, un trancio di episodi semicensurato è arrivato anche in Italia
con discreta popolarità): l’anime è trasmesso a partire dal 1992, continua
tutt’ora con quasi mille episodi e più di venti film, e la sua realizzazione
diventa banco di prova per vari nomi di futuro spicco di certa animazione. Masaaki Yuasa,
Tsutomu Mizushima e Keiichi Hara si sono alternati, tra i vari, scrivendo e
dirigendo numerose tornate di episodi, e proprio gli ultimi due nel 2001 sono autori di
un film che, per i temi trattati, si stacca dalle regole basilari della serie
mostrando un approccio molto più maturo e profondo pur non rinunciando alla
comicità sciocca e di grana grossa.
Crayon Shin-chan: L'eccesso che richiama la tempesta! Il contrattacco dell'Impero degli adulti tenta la
carta dell’ironia agrodolce, si scherza e si ride ma le gag sono poggiate su
una riflessione ponderata e seriosa come avveniva nel Beautiful Dreamer (1984) di Mamoru Oshii quando venivano rilette le
caratteristiche-tipo di Lamù la ragazza dello spazio (1981) con un’attenzione molto più intima. Sarà un po’ per l’atmosfera
nostalgica che si respira (e in fondo la nostalgia è al centro della vicenda),
sarà un po’ per la tenerezza evocata dagli avvenimenti tragicomici in cui
rimane incastrato Shin-Chan, il film è in grado di toccare corde emozionali
con una leggerezza e una semplicità che, conoscendo il personaggio e ciò che
gli sta attorno, e quindi un già citato umorismo che non va mai oltre le
scorrettezze più infantili fatte di cacca, rutti, scoregge, piscio e piselli al
vento, eleva ancora più in alto il valore di un’opera che è piaciuta molto anche a Kenji Kamiyama1.
Si parla di
ricordi e rimpianti, ma ciò che manca veramente agli adulti è quel sogno tanto
atteso, tanto agognato da bambini e poi, una volta cresciuti e lasciata alle
spalle una certa immaginazione, come insegna ahimè molte volte la vita, mai
avveratosi o, ancor peggio, semplicemente dimenticato. Si diventa grandi, si
diventa genitori, si crea una famiglia, nascono i figli, il tempo libero viene
azzerato da lavoro e impegni, e quel modo meraviglioso di sognare infantile non
trova più posto nella real life di tutti i giorni. Per ovviare al problema e
insegnare di nuovo a fantasticare, in Giappone è arrivata una nuova attrazione,
è una ricostruzione scenica del XX secolo, al suo interno appaiono opere andate
in onda quando i genitori di Shin-Chan erano bambini, si va dai super sentai
alle majokko, e chi ne paga il biglietto ne partecipa effettivamente come ne
fosse il protagonista. All’entusiasmo iniziale segue un successo senza
precedenti, tutti gli adulti non pensano che all’attrazione ideata da Ken e
Chaco, il poter tornare bambini è qualcosa di così prezioso e agognato da avere
la massima priorità su tutto. La vita vera non esiste più, rimane solo il
sogno. E infatti, un giorno, di colpo, tutti gli adulti regrediscono a un’età
mentale di pochi anni e fuggono verso quel nostalgico parco dei divertimenti: per i più piccoli è giunto il
momento di cavarsela da soli e ricordare ai genitori il loro ruolo.
Dopo una lunga
e spassosa parodia supereroistica, prontamente interrotta dai capricci di
Shin-Chan, comincia così Il contrattacco dell'Impero degli adulti: non è un caso che ad aprire le danze sia una citazione dell’Expo
di Osaka del 1970, evento fondamentale che in Giappone ha benevolmente corrotto la mente
di milioni di bambini con slanci fantascientifici allora di meraviglia assoluta2 (e basti pensare a come lo sfrutta Naoki Urasawa in 20th Century Boys), perché quello che Ken e Chaco cercano di
riportare in vita non è un citazionismo malinconico, ma un vero e proprio
lifestyle che la modernità ha inevitabilmente divorato. Spargere l’odore del XX
secolo per ipnotizzare gli adulti è quindi espediente anche profondo, dietro
alla simpatia di un gas allucinogeno c’è l’amarezza per qualcosa che è cambiato
e non può più essere tale, e che Ken e Chaco quella mancanza, in fondo, di
maturità con cui affrontare le sempre più complesse difficoltà della vita.
E proprio in
quest’ottica il momento migliore della pellicola, ma anche credo uno dei
momenti più intensi e commoventi della Storia del Cinema tutta, piomba con la
potenza di uno schiaffo ma anche con la grazia di un sorriso mostrando in pochi
minuti tutta la vita di Hiroshi, il padre di Shin-Chan, quando torna a
respirare il presente e la vita di tutti i giorni e si rende conto che è
proprio grazie alla sua infanzia e alla sua crescita che adesso può essere l’uomo
che è e amare la sua famiglia. È Cinema totale e lo è con quell’armonia che i
soli i grandi capolavori riescono a sfoggiare, tanto da dare ancora più valore
alla dolcezza con cui Shin-Chan si prende cura della sorellina, sgrida i
genitori o tenta di fare il grande ora che i grandi si sono rincoglioniti e passano
il tempo con i giocattoli. Naturalmente qui siamo su registri ben diversi e la
comicità puzzolente e scemotta compare spesso per riportare in carreggiate più
consone alla serie il film, o comunque per non dimenticarne la base di
partenza, ma sarà per l’equilibrio altissimo che Hara e Mizushima mantengono,
sarà per l’ispirazione che spinge la trama, le gag sono genuinamente divertenti
e così ben innescate che una scoreggia e una pisciata di portata e lunghezza
improbabili fanno ridere di cuore.
Voto: 8 su 10
Crayon Shin-chan (1992-...; TV)
Crayon Shin-chan: Action Kamen VS Leotard Devil (1993; film)
Crayon Shin-chan: The Secret Treasure of Buri Buri Kingdom (1994; film)
Crayon Shin-chan: Unkokusai's Ambition (1995; film)
Crayon Shin-chan: Adventure in Henderland (1996; film)
Crayon Shin-chan: Pursuit of the Balls of Darkness (1997; film)
Crayon Shin-chan: Bltzkrieg! Pig's Hoof's Secret Mission (1998; film)
Crayon Shin-chan: Explosion! The Hot Spring's Feel Good Final Battle (1999; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Jungle (2000; film)
SEQUEL
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Battle of the Warring States (2002; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! Yakiniku Road of Honor (2003; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Kasukabe Boys of the Evening Sun (2004; film)
Crayon Shin-chan: The Legend Called! Buri Buri 3 Minutes Charge (2005; film)
Crayon Shin-chan: The Legend Called! Dance! Amigo! (2006; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Singing Buttocks Bomb (2007; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! The Hero of Kinpoko (2008; film)
Crayon Shin-chan: Roar! Kasukabe Animal Kingdom (2009; film)
Crayon Shin-chan: Super-Dimension! The Storm Called My Bride (2010; film)
Crayon Shin-chan: The Storm Called! Operation Golden Spy (2011; film
Crayon Shin-chan: The Storm Called!: Me and the Space Princess (2012; film)
Crayon Shin-chan: Very Tasty! B-class Gourmet Survival!! (2013; film)
Crayon Shin-chan: Serious Battle! Robot Dad Strikes Back (2014; film)
Crayon Shin-chan: My Moving Story! Cactus Large Attack! (2015; film)
FONTI
1 Intervista a Kenji Kamiyama pubblicata nel booklet allegato all'edizione Blu-ray di "Ghost in the Shell: Stand Alone Complex" ("Quello che avrei voluto fare in Ghost in the Shell: SAC", Dynit, 2013, pag.5)
2 Post di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit) apparso nel forum Pluschan. http://www.pluschan.com/index.php?/topic/5205-il-contrattacco-dellimpero-degli-adulti/?p=355602
1 commento:
Very Amazing and interesting post, thank you for sharing.
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