lunedì 18 ottobre 2010

Recensione: Captain Tsubasa (Holly e Benji, due fuoriclasse)

CAPTAIN TSUBASA
Titolo originale: Captain Tsubasa
Regia: Hiroyoshi Mitsunome
Soggetto: (basato sul fumetto originale di Yoichi Takahashi)
Sceneggiatura: Naoko Miyake, Yoshiyuki Suga, Yasushi Hirano, Hideki Sonoda
Character Design: Nobuhiro Okaseko
Musiche: Hiromoto Tobisawa
Studio: Tsuchida Pro
Formato: serie televisiva di 128 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1983 - 1986



Tsubasa Ozora è un vivace ragazzino di 7 anni con un incredibile talento calcistico come attaccante, il cui sogno è ovviamente quello di far vincere per la prima volta i Mondiali di calcio al Giappone, diventando il più grande calciatore del mondo. Percependo in lui un potenziale enorme, lo aiuta a coltivare la sua ambizione Roberto Hongo, ex attaccante della nazionale brasiliana. Giocando con la squadra Nankatsu della prefettura di Shizuoka, il nostro eroe stringerà amicizia con diversi altri giocatori, tentando con loro di conquistare il torneo nazionale studentesco: la strada sarà dura, gremita di rivali apparentemente imbattibili. Nessuno di tutti questi calciatori immagina che, in futuro, il loro ruolo sarà di rappresentare una grande generazione d'oro del calcio nipponico.

Commentare Captain Tsubasa significa recensire quello che a conti fatti è, insieme a Ufo Robot Grendizer (1975), il più importante simbolo della memoria collettiva italiana in fatto di animazione, e non solo. Parliamo di una delle poche produzioni animate di oltre un ventennio fa capaci ancora di stregare intere generazioni di spettatori, facendoli innamorare del calcio (come asserito da certi individui che di cognome fanno Del Piero, Coco, Zidane, Messi, Nakata e Torres1); un incantesimo che, in madrepatria, insieme all'altrettanto famoso manga originale su cui è basato (serializzato in contemporanea e iniziato nel 1981), arriverà a vantare addirittura un ruolo fondamentale nell'accrescimento di popolarità e qualità della suddetta disciplina sportiva2, permettendo alla misconosciuta nazionale di calcio giapponese dell'epoca di diventare quella che è oggi la più forte rappresentante calcistica dell'intera Asia, in grado di dare qualche grattacapo alle più blasonate nazionali europee e americane.

Il segreto di tanta grandezza, frutto di un unico, immenso lampo di genio dell'altrimenti mangaka di serie B Yoichi Takahashi, è tipico del genere spokon: presentare lo sport con un approccio semi-fantastico, tratteggiandolo come una epica battaglia tra ragazzini-divinità che si contendono il risultato con azioni sportive che travalicano i limiti di fisica, gravità e fantasia; match devastanti dove ogni giocatore ricorre regolarmente a tutte le sue forze, anche a costo della propria vita, pur di poter vincere. Quelle di Captain Tsubasa sono partite fuori da ogni realtà, un mondo idealistico dove non esistono arbitri venduti, calcioscommesse, offside o gioco pericoloso, dove trionfano cameratismo e amicizia, dove il giocatore più falloso si ravvede come un agnellino, moralizzato dall'immancabile protagonista buonista e perfettino, o una finale di torneo può addirittura terminare con la vittoria di entrambe le squadre (prova tangibile che anche l'autore originale non ha grande dimestichezza con le regole dello sport, come del resto dimostrerà più e più volte, ma evitiamo di aprire questa parentesi)... Captain Tsubasa è Evasione, nel suo senso più nobile: pura catarsi e isolamento da ogni noia. Le sue lunghe e magiche partite, con vagonate di gol e tiri dalle mille acrobazie, si rivelano un concentrato incalzante di pathos, emozioni e idee geniali, catalizzatrici supreme dell'attenzione del lettore, e non deve perciò stupire come l'autore stesso sarà così affezionato al suo manga da continuare a disegnarlo ininterrottamente fino ad oggi, dandogli numerosissimi seguiti (considerando anche loro, per ora la saga ha venduto 65 milioni di tankobon nel solo Giappone!3) che concentreranno l'attenzione sulle carriere calcistiche dei suoi personaggi, prima confinate nei campi "anni '80" di un Giappone dove non esisteva ancora la J-League, e ora nei verdi prati della Serie A, della Liga Spagnola, della Champions League...

Come da prassi di quei tempi, lo shounen di successo di Yoichi Takahashi conoscerà quindi un adattamento animato, realizzato dallo studio Tsuchida Pro due anni dopo il suo inizio. Pur con un budget decisamente mediocre, anche in animazione Captain Tsubasa troverà il megasuccesso dell'originale, arricchendosi di enorme popolarità sia in madrepatria che all'estero (principalmente in Italia, Francia e nei paesi sudamericani, tutti e tre per ovvie ragioni legate alla loro cultura sportiva, nonostante la serie arriverà in altre 50 Paesi del mondo): merito della riproposizione di tutti gli elementi vincenti del fumetto e della fedeltà alla trama, a cui si aggiunge una colonna sonora piena di motivetti epici e indimenticabili e una regia che, con largo uso di split screen, rende ancora più spettacolari i match.


Dove non esistono regole o attinenza con la realtà, l'anime come il manga scorre incalzante, la fantasia è sempre sfrenata: i giocatori sembrano correre chilometri e chilometri (da immaginario collettivo il campo da gioco così lungo che neanche se ne riesce a vedere il fondo), sparano tiri capaci di divellere il terreno, dribblano metà squadra avversaria con facilità disarmante, non disdegnano duelli aerei in rovesciata, affrontano autentici portieri-saracinesca che usano i pali della porta come trampolino per balzi... Non c'è davvero limite alle inverosimili quanto gratificanti battaglie tsubasiane, talmente avvincenti da far dimenticare i piatti elementi narrativi messi lì sullo sfondo a cercare vanamente di dare profondità ai personaggi, fondati su melense storielle sentimentali e risibile retorica su sport e amicizia. Lo scarso budget indispettisce (impossibili da contare i ricicli di animazioni e fondali, o i secondi/minuti che scorrono infiniti negli ampi intervalli impiegati dai giocatori per dribblare, passare o tirare, insomma le classiche astuzie per sprecare il tempo e rallentare il ritmo, per ritardare il momento in cui si raggiungerà l'attuale punto del fumetto), ma non toglie un filo di carisma all'esperienza, che è vorace e trascinante - 128 episodi che volano via in un attimo e se ne vorrebbero ancora di più.

Quello che davvero fa guadagnare lo status di "mito" a Captain Tsubasa, simboleggiando uno dei suoi più grandi elementi vincenti, è il suo pantheon di eroi: come in altre storie (Ken il guerriero, Ranma ½), il protagonista banale e saputello è un semplice artificio per far risaltare le caratterizzazioni, ben più interessanti e carismatiche, dei suoi numerosi avversari/comprimari, sempre presentati con grande cura (e, belli e virili, popolarissimi presso il pubblico femminile4, tanto che si parla per davvero dell'anno di nascita ufficiale delle storie incentrate su gruppi di bei ragazzi, o bishounen, e delle fujoshi, ossia le fan femminili che si eccitano fantasticando su inesistenti rapporti omosessuali del cast5), suscitando febbrile attesa per la partita che li vedrà scendere in campo. Con "la tigre" Kojiro Hyuga, "l'artista del campo" Taro Misaki, il "campione di vetro" Jun Misugi, il "Super Great Goal Keeper" Genzo Wakabayashi e moltissimi altri "supereroi sportivi", Yoichi Takahashi traccia personalità indimenticabili, forti di caratterizzazioni tanto parossistiche quanto radicali, al punto da far assumere alle partite i contorni di una moderna Iliade sportiva dove sono di scena scontri tra divinità immortali del calcio, che da sole bombardano le reti di gol quasi uccidendo il concetto di "sport di squadra". Il risultato di quest'amalgama di genio è una serie televiva che trascende i suoi disegni minimali (qualcuno direbbe infantili) e l'irritante comparto tecnico: è pura magia, magia nel creare un universo alternativo dove il calcio, per quanto in antitesi con quello vero, incarna la forma che gli dovrebbe essere più congeniale, quella di uno sport avvincente, sempre combattuto intensamente fino all'ultimo secondo, dove i giocatori danno sempre il massimo facendo assurgere la partita a vero spettacolo e divertimento, con azioni e reti che rendono imprevedibile ogni partita.

Tenendo conto del profondo solco lasciato su generazioni di giovani spettatori (la serie raggiungerà lo share massimo del 21.2%6) e forte dell'immensa influenza che avrà anche in veri ambiti sportivi, Captain Tsubasa, sia manga che anime, non può venire giudicato solamente in base alla storiella di sottofondo e al mediocre aspetto tecnico (in animazione): è in primis un'esperienza da vivere col batticuore, la quintessenza del divertimento e della spettacolarità. Si tratta di una serie estremamente coinvolgente che ha l'unico problema, in animazione, di concludersi dopo aver trasposto i primi 25 volumi del manga: la restante parte arriva qualche anno dopo con New Captain Tsubasa (1989), realizzato da uno studio diverso per effetto del fallimento economico di Tsuchida Pro. Deficitaria anche l'unica parte filler dell'opera, un "sogno" di Tsubasa (il segmento di episodi 98-104) che reinterpreta alcuni avvenimenti e personaggi apparsi nel primo film cinematografico (1985). Suddetti film e rifacimento, come si apprenderà dagli accennati avvenimenti ufficiali che avverranno in seguito, raccontano partite che si scoprirà non possono mai essere avvenute.


Nota: nel caso di quasi tutti i prodotti animati legati a Captain Tsubasa, fuori dal Giappone non esistono edizioni ufficiali adattate in modo fedele. In Italia come in altri Paesi del mondo bisogna sorbirsi il fuorviante adattamento internazionale, comprensivo di nomi di calciatori e squadre ridicolamente americanizzati, qui intitolato Holly & Benji, i due fuoriclasse. L'assenza di alternative (i DVD Yamato Video sono sprovvisti di sottotitoli fedeli) ci porta purtroppo a consigliarne ugualmente la visione, usando come riferimento il manga, adattato invece fedelmente, uscito sotto etichetta Star Comics.

Voto: 9 su 10

SEQUEL
New Captain Tsubasa (1989-1990; serie OVA)
Captain Tsubasa: Holland Youth (1994; OVA)
Captain Tsubasa J (1994-1995; TV)
Captain Tsubasa: Road to 2002 (2001-2002; TV)

ALTRO
Captain Tsubasa: The Great European Showdown (1985; film)
Captain Tsubasa: The Nippon Jr. Selection is in Danger! (1985; film)
Captain Tsubasa: Dash for Tomorrow! (1986; film)
Captain Tsubasa: World Battle! Jr. World Cup! (1986; film)


FONTI
1 Riportato in vari articoli apparsi in diversi siti web. Link principali: http://www.nippon.com/en/views/b00103/, http://www.dailymail.co.uk/sport/football/article-2245925/Fernando-Torres-I-took-football-Captain-Tsubasa.html, http://www.tofugu.com/2013/12/18/captain-tsubasa-and-the-rise-of-japanese-soccer/
2 Pagina web, http://www.tofugu.com/2013/12/18/captain-tsubasa-and-the-rise-of-japanese-soccer/
3 Sito web (giapponese), "Mangazenkan", http://www.mangazenkan.com/ranking/books-circulation.html
4 Francesco Prandoni, "Anime al cinema", Yamato Video, 1999, pag. 124
5 Consulenza di Garion-Oh (Cristian Giorgi, traduttore GP Publishing/J-Pop/Magic Press e articolista Dynit)
6 Wikipedia giapponese di "Captain Tsubasa"

12 commenti:

stefano ha detto...

Mmmm, sto giro la rece non mi convince! E' scritta bene ma è un pò troppo impersonale....c'hai messo poco cuore. Passando a me, concordo con il voto. Preferisco il primo blocco, perchè Tsubasa non è ancora un campione e perchè (a differenza del secondo) non rieceve le attenzioni tutte per se, me se le spartisce con Genzo e Mitaki. Ma soprattutto è più ricco di pathos (vedi la partita contro la Musashi di Misugi, picchi del genere poi non li si vedranno manco col binocolo in seguito). E poi dai, c'è Roberto!!!
Del secondo è interessante come vengano adottate delle scelte piuttosto anticonvenzionali. Nel senso, nel vedere tolti dalla continuty della storia tre co-protagonisti tosti come Genzo, Mitaki e Roberto e sbattuta fuori dal campionato la Musashi prima degli ottavi, sono rimasto positivamente perplesso. Per il resto stendiamo un velo pietoso su uno Tsubasa sempre più invincibile, piatto e, perciò, insopportabile e anche su un Hyuga, che dopo l'epica partita che lo vedeva capitano della Meiwa finisce per farsi soffiare due coppe di fila con la Toho (che sulla carta doveva essere uno squadrone rispetto alla Nankatsu)...insomma, un poveraccio (anche se durante il super allenamento in riva al mare è un figo!). Nonostante questo le partite che vedono la Nankatsu contro l'Hanawa (la catapulta infernale rimane l'apice di follia della serie), l'Hirado (Jito è uno coi controcazzi, forse il personaggio migliore dell'intera serie) e la Furano (le mitiche fascette...finalmente Matsuyama acquista il meritato spazio) sono un gran bel vedere. Ahimè, la finale contro la Toho è una delle cose più spossanti che mi siano capitate di vedere e per quel che succede poteva durare benissimo la metà! Comunque meriti e demeriti immagino siano caratteristici del manga, ma quest'ultimo non l'ho mai letto!

Jacopo Mistè ha detto...

Oddio, ti ringrazio per il commento esaustivo ma non capisco come poterti dimostrare che questa rece è tutt'altro che impersonale, almeno per come l'ho scritta :D Cos'è che non ti convince?

Detto questo immagini bene, meriti e demeriti sono i medesimi del manga, le due versioni sono essenzialmente identiche. L'unico pregio vero e proprio del manga è che le partite, per ovvie ragioni, sono molto più spedite: succedono le stesse cose, ma senza i campi lunghi km e i tiri/passaggi che necessitano di minuti per partire :D

Ah sì, e ovviamente il manga prosegue le vicende lasciate in sospeso dai vari sequel dell'anime, come il Mondiale Under-21 e la Liga Spagnola in cui gioca Tsubasa.

stefano ha detto...

penso sia una questione tua stilistica...dovrei leggere qualche altra tua rece per esserne sicuro. il punto è che giudichi il prodotto nel complesso, senza scendere troppo nei particolari (attraverso i quali si capisce perchè ti piace o meno un'opera). e in questo caso è un peccato, perchè questa è la classica serie con la quale potersi sbizzarrire. poi, ribasdisco, è scritta bene, esaustiva e al contempo concisa.

frizio ha detto...

non era facile scrivere una degna recensione su tsubasa ma tu ce l'hai fatta alla grande!
quando si chiacchera di vecchi cartoni animati e si ricorda di holly e benji lo si considera una gran cagata.
tutti ne parlano,tutti lo conoscono,tutti lo guardavano,dai racconti si capisce che nessuno si era mai perso una puntata ma rievocandone i fatti l'opinione comune lo etichetta come ho scritto sopra.
ma allora come fanno tutti a conoscerlo così bene?a ricordarne tutti i dettagli,tutte le partite,tutti i personaggi?
ecco,sei riuscito a cogliere benissimo il segreto e la magia di holly e benji,un qualcosa di molto semplice ma anche di innato e comune a tutti.
inoltre leggendo le altre recensioni dimostri anche di essere un super fan del capitano!
complimenti!

Jacopo Mistè ha detto...

Davvero dò l'impressione di essere fan di Tsubasa? Ti dirò la verità, a me sta sulle balle come pochi altri, detesto gli eroi perfettini e moralisti come lui. ;P

Della saga di CT posso dire invece che i miei preferiti sono senza dubbio Genzo Wakabayashi, Karl Hein Schneider e sopratutto il capitano dell'Uruguay, la pantera nera sudamericana Ramon Victorino! Strano eh? :D

frizio ha detto...

ahaha
si scusa!
per "capitano" intendevo "captain tsubasa" non tsubasa stesso!
è che con gli amici abbiamo sempre soprannominato la serie "il capitano".
ci credo,e chi lo sopporta quello?
chi sopporta seiya?
chi sopporta goku(già lui è un po'diverso)?
il mio preferito è matsuyama!
tornando alla serie peccato per tutti i remake e le porcate varie,peccato per non aver completato l'anime di world youth,peccato per l'incompletezza di road to 2002(io speravo tantissimo in una champions league)...
golden23 è rimasto incompiuto ma mi è sembrata una fotocopia di world youth:qualificazioni contro squadre di dubbio valore,tsubasa e qualcun'altro non c'è,gli altri si devono arrangiare da soli,ci sono i calcettisti che rischiano di rubare il posto in squadra ai titolari(come in world youth c'era il real japan 7..)...tutto già visto.
l'unica novità,perla o spunto innovativo è stata la scelta di wakashimazu come attaccante,tutto il resto è noia.

Jacopo Mistè ha detto...

A me più che spunto intrigante, Wahashimazu punta è sembrata una cagata pazzesca e sopratutto ridicola :D Forse è stata una scelta per poter giustificare come in futuro Wakabayashi diventerrà il portiere titolare non facendo più staffetta con Ken, ma cacchio quanto fa ridere XD Il Golden è una serie piacevole e che si lascia leggere, ma cacchio quant'è inutile! Invece di realizzare finalmente sta benedetta serie dei mondiali di calcio, o anche solo la Champions League che finirà Barcellona vs Bayern, il Taka continua a disperdersi con olimpiadi lunghissime che non interessano nessuno e non hanno alcun prestigio nel mondo reale del calcio XD Mi sa che morirà senza riuscire a completare l'opera, da quante sottotrame ha aperto e che mai riuscirà a chiudere.

Quell'autore è comunque da sopprimere. Ma vogliamo parlare di quegli 8 volumi inutili della sola partita di andata di Barcellona-Real? XD
Vogliamo parlare di come già Natureza è stata un'idea assolutamente pessima (ha messo in ombra Santana che doveva essere il rivale per eccellenza) e che, non contento, s'è pure inventato questa nuova divinità chiamata Michael di cui non frega nulla a nessuno? Che si focalizzasse a rendere più forti i rivali storici (italiani, argentini, francesi etc) invece di aggiungerne sempre di nuovi che oscurano completamente i vecchi.
Vogliamo parlare di come World Youth ha luogo negli anni '80, e nella sua ridicola linea temporale subito dopo di lui ci ritroviamo nel 2002, dove inizia un campionato spagnolo che nell'arco di 30 volumi rimane sempre fermo a quell'anno pur citando la vittoria ai mondiali dell'Italia del 2006? XD

Per me Yoichi Takahashi può fare solo una cosa: disegnare in uno speciale la partita Giappone-Olanda criminalmente monca nel World Youth, liquidare le olimpiadi in uno max 2 volumi, fare lo stesso per la champions e poi dedicare tutte le sue energie e risorse al solo mondiale di calcio che chiuderà l'intera saga, come si è sempre preannunciato. Se continua a tirare per le lunghe tutto e a mettere sempre più carne al fuoco Capitan Tsubasa diventerà un nuovo Berserk/Bastard!!, non avrà mai fine XD

Comunque in animazione esistono solo CT e Shin, il resto per me non è mai stato fatto. Se proprio dovessi tornare a portare CT in animazione mi concentrerei a chiudere o a fare un remake del solo World Youth, magari migliorandolo in toto (mostrando le partite che non sono state mostrate in primis).

frizio ha detto...

eh,sì
diciamo che la sensazione è quella!
nel mondo di tsubasa cagata e figata possono essere la stessa identica cosa!
tipo la catapulta infernale:cagata o figata?entrambe!
il mese scorso ho incontrato il taka a milano,una parte di me lo avrebbe voluto prendere per le orecchie e cazziarlo per la sua inconcludenza:"invece di andare in giro per il mondo a fare autografi torna in studio a lavorare!" questo gli avrei voluto dire.
Invece l'unica cosa che son riuscito a fare è emozionarmi come un bimbo(io,che ho un bimbo!),sedergli a fianco mentre mi disegnava matsuyama,avergli posto 2 domande e fare una foto con lui!
Riguardo i suoi progetti futuri ha detto che vuole continuare l'avventura di tsubasa al barca...diciamo che non ha detto niente.
Per me in animazione esistono anche gli ultimi 14 episodi del J e l'OAV dell'Olanda.
Altre belle animazioni di tsubasa sono tutti gli stacchetti animati del videogioco per play 1 captain tsubasa J get in the tomorrow.
Le sequenze animate hanno uno splendido chara design,simile a quello della serie J.
Dato che nello story mode c'è anche la partita vs l'olanda c'è la stessa scena finale dell'OAV,quando cruyfort scaglia la palla in porta ma fatta molto meglio.
Magari su youtube c sono...

Jacopo Mistè ha detto...

No, direi che per me anche lo Skylab Hurricane è di una bruttezza senza pari. :D Per la mia scala di valori, bolidi tirati da centrocampo o che lasciano la scia di fuoco sono una figata, acrobazie demenziali o tiri che evocano un dragone sono cazzate inguardabili XD È però vero che spesso e volentieri, come dici, viaggiamo sul filo delle due cose...

Che in intervista Yoichi Takahashi avesse detto quello non lo sapevo mica -.- Perfetto, altri 30 volumi per mostrare le inutilissime Olimpiadi e altri 30 per la Champions League. E quando sarà pronto pronto per il mondiale vero e proprio sarà già bello che defunto. Che grandissimo autore >_>
Tralaltro, sei per caso un utente di captaintsubasa.it? Magari ci siamo già conosciuti in passato, ho frequentato a lungo quel forum col nick God87.

Holland Youth è un OVA fatto bene, ma è giusto il prologo di una serie incompleta quale è il J. Il J sarebbe anche fatto molto bene fin dove arriva, ma il fatto che sia monco lo rende una semplice perdita di tempo imho, allo stesso modo del Road.

Dei videogiochi di CT sono un mega-appassionato di quelli creati da Tecmo per Famicom/SFamicom :D
Mi era piaciucchiato anche il Road to World Youth sviluppato da Bandai, ma chissà perché pure lui è tronco >_> L'avran fatto apposta?

frizio ha detto...

mi sembra di ricordare god87..
io sono(anzi ero)wild eagle e l'ho frequentato attorno al 2003/2004.
ci ho rifatto un salto ma ho notato che hanno brasato tutto quello che c'era prima del 2005...
anch'io ho amato alla follia i CT da 1 a 5.
il J road to world youth è per superfamicom?se sì allora me lo ricordo,quello in prima persona che non vedevi arrivare gli avversari perchè dietro l'orizzonte...orrendo...e anche tronco,finiva anche quello vs un dream team inventato.mi sembra.
piaciuti i 2 per play,anche per play2.
ingiocabile quello delle carte e quello del game cube(in 3d).
L'ultimo per DS ci ho giocato un po',poi mi ha annoiato,troppo scoppiazzato un po' dai vecchi tecmo,un po' da quello della play2.
grazie della chiaccherata

Jacopo Mistè ha detto...

Anch'io rammento del tuo nick, mi sa tanto che quando ho iniziato a frequentare attivamente il forum era già il periodo in cui ti eri allontanato.

Sì, mi riferivo a quello Super Famicom che dicevi, sviluppato da Bandai. Il gioco di per sè è troppo corto e narrativamente inconcluso, ma il suo sistema di gioco, mezzo-action mezzo-cinematic soccer, tutto sommato mi piaceva.
Dopo quei sei titoli sono passato direttamente a quello per DS, che non ho manco finito da quanto m'ha annoiato. Di per sè è divertente, è solo che è così ridicolarmente facile, rispetto ai classici titoli Tecmo, che dopo le prime 4/5 partite non ne potevo più di vincere 6-0 ogni volta. XD

Grazie della chiacchierata anche a te. :)

PS In riferimento a quello che dici sullo Shin: controllerò al più presto, se le tue informazioni sono corrette non mancherò di aggiornare la rece.

frizio ha detto...

sì,mi sa che ci siamo incrociati.
questa è la sigla inglese
http://www.youtube.com/watch?v=Bx2LPkK3ClA
la versione strumentale è una delle musiche delle puntate arrivate in italia.

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