venerdì 21 gennaio 2011

Recensione: Mobile Suit Gundam Wing - Endless Waltz

MOBILE SUIT GUNDAM WING: ENDLESS WALTZ
Titolo originale: Shin Kidō Senki Gundam W - Endless Waltz
Regia: Yasunao Aoki
Soggetto: Hajime Yatate
Sceneggiatura: Katsuyuki Sumizawa
Character Design: Shukou Murase
Mechanical Design: Kunio Okawara, Hajime Katoki, Junya Ishigaki
Musiche: Kô Ôtani
Studio: Sunrise
Formato: serie OVA di 3 episodi (durata ep. 26 min. circa)
Anno di uscita: 1997


After Colony, anno 196. Sono passati dodici mesi dalla guerra tra White Fang, la Fazione Treize e le colonie, e la pace sembra essersi realizzata, data dal nuovo status politico mondiale ricercato da Relena Peacecraft e concretizzatosi nella nascita della Nazione Unita della Sfera Terrestre, che basa la sua legittimità su un governo unico e mondiale totalmente demilitarizzato. Coerentemente coi propositi di pacifismo totale propugnati dalla ragazza, i cinque piloti di Gundam spediscono le loro unità verso il Sole per distruggerle. Purtroppo una nuova minaccia si profila all'orizzonte: Treize Khushrenada aveva una giovanissima figlia illegittima, Mariemaia, educata ai suoi stessi valori aristocratici, e quest'ultima appare sulle scene a capo di un grande esercito composto dai fedelissimi del padre, pronta a conquistare la Terra ormai priva di armi e difese. La piccola mira a instaurare un nuovo ordine sul pianeta e per questo è alleata con Dekim Barton, l'originale orchestratore dell'Operazione Meteor. Heero Yui e gli altri ragazzi, gli unici in grado di lottare, non possono fare altro che riprendersi le proprie unità.

Quant'è vero che non c'è limite allo schifo, Mobile Suit Gundam Wing, nato nel 1995 per fare breccia principalmente nel cuore delle teenager giapponesi, riesce nel suo deprecabile intento, umiliando come mai prima d'ora la saga e trasformandola in una telenovela mecha che troverà un certo impatto, nonostante i bassi ascolti, su migliaia di adolescenti, pronte a comprare ogni genere di prodotto ufficiale che risalti le suggestioni omosessuali dei cinque Gundam Boys. Nonostante le perplessità del produttore Bandai, deluso dalle scarse vendite di Gunpla, Sunrise è invece soddisfattissima della vendite di merchandise alternativo, e nei due anni che seguono alimenterà ancora questo Universo Alternativo dando impulso alla creazione di numerosi manga (tutti pubblicati in Italia da Panini Comics un decennio fa) che amplieranno la storia con nuove avventure e retroscena. Si iniziano a creare le premesse per un seguito. Anche se il produttore Hideyuki Tomioka e il regista originale Masashi Ikeda ritengono che la trama non abbia più nulla da dire, lo sceneggiatore storico Katsuyuki Sumizawa è del parere contrario, ritiene che il finale televisivo sia stato veloce e improvviso ed è entusiasta di dare una nuova conclusione alla storia. I tre si mettono d'accordo e decidono di chiudere definitivamente tutto con una miniserie OVA di 3 episodi1, che inizia a uscire nei negozi il 25 gennaio 1997: Mobile Suit Gundam Wing - Endless Waltz. Si tratterà, come vedremo, di un'opera tecnicamente sontuosa, molto ben fatta sotto il profilo grafico e animato, tanto da venire premiata al festival di Kobe2, ma al di là di questo i temi e i contenuti rimarranno sempre pietosi, una nuova offesa all'intelligenza e un nuovo grande spreco di soldi e talento dello staff.

Checché ne dica Sumizawa, Endless Waltz è quasi interamente una brodaglia allungata che non aggiunge nulla al finale storico: come in tutti i sequel fatti così per fare, si limita ad alterare lo status quo precedentemente raggiunto (la pace fra la Terra e le colonie e il nuovo ordine instaurato) creando un nuovo nemico che fa un gran casino (con nuovi Mobile Suit rimediati chissà come), salvo ripristinare tutto alla fine, senza ripercussioni, come se nulla di concreto fosse accaduto. È morto l'aristocratico Treize, che voleva far piombare la Terra in una guerra perenne, virile e cavalleresca in spregio al pacifismo? Tiriamo fuori l'immancabile figlia segreta che ragiona come lui, ha i suoi stessi scopi ed è a capo di un nuovo esercito di cattivi (ed è pure manovrata come un burattino dal VERO cattivo, insomma Mineva Zabi insegna, e senza fantasia). A questo punto facciamo tornare i Gundam Boys e i loro robottoni per una mega-battaglia spettacolare (special guest star Zechs Merquise, che ovviamente non fa nulla di utile nell'economia della storia se non apparire ogni tanto per sboroneggiare un po' ai comandi della sua unità), dopo, ovviamente, aver sprecato un po' di tempo in lungaggini/preamboli/scontri inutili, ed è fatta. Le uniche novità reali consistono nelle origini e nel nome di Trowa Burton e nei veri obiettivi della celebre Operation Meteor, spiegazioni che suoneranno interessanti per i pochi spettatori che seguono Gundam Wing per (ehm) trama e personaggi, ma che comunque potevano essere date in modo più creativo, nel contesto di una storia che aveva davvero qualcosa da dire e non un simile pretesto per un'orgia di azione fine a sé stessa e colma, stracolma, ahimè, di tutte le deficienze narrative del predecessore che, secondo lo sceneggiatore, dovevano ancora una volta essere "una figata".


Largo, dunque, fino al finale (buonista e banale come d'ordinanza), ancora una volta a cambi di fazione per motivazioni alquanto assurde, voluti per un temporaneo "effetto sorpresa" (e un nuovo antagonista da affrontare) che scadono immediatamente nel ridicolo, a protagonisti insopportabili che giocano a fare i fighi con dialoghi e atteggiamenti involontariamente patetici (tremendo Duo Maxwell che, col sorriso sulle labbra, parla di fare una strage dei tecnici del suo Gundam e del suicidarsi affinché il team non possa venire usato dai militari), a gente che ride e fa la spaccona sotto piogge di proiettili, a lunghe inquadrature fisse sugli eccitanti occhi vitrei dei Gundam Boys, e infine a una risibile demonizzazione assoluta della guerra e penose riflessioni pseudo-filosofiche sulla pace. Immancabili, quindi, look, abbigliamenti, pose, capelli che sventolano poeticamente e sguardi languidi diversamente etero per solleticare istinti pruriginosi a orde di ragazzine, pesanti iniezioni di inverosimilità (Quatre Winner che, chiuso in un ambiente che raggiunge gli 80 gradi centigradi, si limita a constatare che è come essere in una sauna, così, senza troppe preoccupazioni, come se la cosa non lo riguardasse) e rapporti amorosi platonici e laccati che fanno sbellicare dalle risate da quanto sono artificiosi. Molto glamour i soldati di Maremaia, che lottano, combattono e muoiono indossando eleganti camicie rosa con tanto di cravatta (!), e nessuna spiegazione, infine, dell'assurdità di un mondo retto da un unico governo mondiale che rifiuta le armi e l'esercito (come fa a garantire l'ordine? Nessuno saprà mai rispondere a questa domanda), status politico largamente auspicato dal regista come il migliore al mondo possibile. Non manca proprio nulla di quello che ha reso orribile Gundam Wing, e queste idiozie sono giustamente replicate per nuove frontiere dell'involontario comico.

La stessa Bandai lo sa bene, ed è per questo che ordina a Sunrise di mascherarlo con una veste grafica avveniristica e un fanservice tecnologico "sfrenato" che possano indirizzare l'opera anche al pubblico che aveva ignorato l'originale, grosso modo i fan storici di Gundam e quelli dei Gunpla3. Rimpiazza Masashi Ikeda con il regista Yasunao Aoki (già dietro la direzione di alcuni episodi di Gundam Wing), molto più a suo agio negli inserti pirotecnici e d'azione e dotato di un gusto maggiore nell'enfatizzazione della spettacolarità, e ordina un prodigioso restyling a chara e mecha design, portandolo negli imbattuti lidi dell' "ipertecnicismo", dell'iperdettaglio, degli iper-fondali e delle iper-ombreggiature di Mobile Suit Gundam 0083: Stardust Memory (1991). In barba alla continuity, i Gundam dei cinque protagonisti sono del tutto rimodernati e aggiornati da Hajime Katoki, senza spiegazione alcuna sul perché il loro look sia così diverso dall'originale: il già macabro XXXG-01D Gundam Deathscythe si trova ora dotato pure di gigantesche, spaventose ali nere da pipistrello, il XXXG-01H Gundam Heavyarms è così carico di armi che viene da domandarsi come faccia a sopportare tutto il loro peso, e le famose "ali da angelo" del XXXG-00W0 Wing Gundam Zero non sono mai state così tecnicamente complesse ed elaborate (e ridicole). Gli stessi combattimenti sono molto più focalizzati su sboroneria e vigorose animazioni, e la colonna sonora di Kô Ôtani è stata rifatta da zero e sottolinea con molta più potenza e solennità gli scontri (infinitamente migliore di quella realizzata precedentemente per la serie televisiva).

Rimane indecoroso, tuttavia, tessere esageratamente le lodi delle prelibatezze visive del prodotto quando i suoi contenuti sono come sempre così patetici. La storia principale, se tutte le critiche già sollevate ancora non bastassero, è addirittura esageratamente corposa di avvenimenti (inutili, per carità, messi lì ad allungare il brodo per evitare che la storiella minimale si esaurisca subito, ma questo non cambia la sosta nza che ogni fatto meriterebbe più spazio per essere adeguatamente narrato), denotando bene la mancanza di un altro episodio che le permetta di svilupparsi con scioltezza. Questo porta a un ritmo narrativo abbastanza sbrigativo che fa mancare qualsiasi introspezione psicologica ai protagonisti e alle motivazioni delle loro azioni (anche se bisogna dire, perfidamente, che le caratterizzazioni ridicole e contraddittorie sono coerenti con quelle televisive). Tutto quello che si è tanto odiato in passato è quindi, in Endless Waltz,  intelligentemente riproposto: nuovo giocattolo high budget per bambini che si credono adulti nel guardare cartoni animati che parlano di guerra e morte, per mantenere coerente quest'orribile linea temporale dell'After Colony, Universo Alternativo davvero nefasto e che troverà modo di fare ancora danni.


Nota: come il predecessore, Endless Waltz è stato trasmesso in televisione da Mediaset con un adattamento molto impreciso e dimenticabile, per giunta non trovando mai un'edizione nostrana in DVD. I suoi "fan" possono comunque farne a meno, visto che la sua versione "definitiva", la Special Edition del 1998, è stata pubblicata in DVD da Dynit nel 2011, "forte" (come se cambiasse qualcosa) di un ridoppiaggio fedele.

Voto: 4,5 su 10

PREQUEL
Mobile Suit Gundam Wing (1995-1996; TV)
Mobile Suit Gundam Wing: Operation Meteor (1996; serie OVA)
Gundam Evolve../ 07 XXXG-00W0 Wing Gundam Zero (2004; OVA)

SEQUEL
Mobile Suit Gundam Wing Endless Waltz: Special Edition (1998; film)


FONTI
1 Questi retroscena li ha rivelati lo staff in un'intervista presente nel DVD Memorial Box della serie del 2007, qui (http://www.gundam-w.jp/special/taidan.html) rintracciabile. Sintesi in inglese: http://www.mechatalk.net/viewtopic.php?f=9&t=12003#p263317
2 Guido Tavassi, "Storia dell'animazione giapponese", Tunuè, 2012, pag. 272
3 Kappa Magazine n. 79, Star Comics, 1999, pag. 9 (confermato dall'intervista sopra riportata)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Primo sequel al di fuori delle serie Universal Century,Endless Waltz porta a conclusione le vicende di Gundam Wing, presentando l'ultima grande battaglia, combattuta non solo attraverso i Mobile Suit, ma spingendo le persone a comprendere che cose come la pace e la libertà vanno conquistate, difese e protette da chi vuole sottrarcele, e che alcune guerre non possono essere vinte con l'uso delle armi e con il terrore, perché da essi non può generarsi nulla di duraturo

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