venerdì 11 novembre 2011

Recensione: Patlabor

PATLABOR
Titolo originale: Kido Keisatsu Patlabor
Regia: Naoyuki Yoshinaga
Soggetto: Headgear (Masami Yuki)
Sceneggiatura: Kazunori Ito
Character Design: Akemi Takada
Mechanical Design: Yutaka Izubuchi
Musiche: Kenji Kawai
Studio: Sunrise
Formato: serie televisiva di 47 episodi (durata ep. 24 min. circa)
Anni di trasmissione: 1989 - 1990
Disponibilità: edizione italiana in dvd a cura di Yamato Video


In un vicino futuro, nell'ambito dell'edilizia, la nuova frontiera dell'innovazione tecnologica giapponese consiste nella creazione e nell'uso dei Labor, robot monoposto adibiti a scopo lavorativo. Purtroppo la criminalità inizia presto a trafugarli e usarli per scopi illeciti, ed è così che, in risposta, la polizia crea un corpo speciale, Patrol Labor, adibito a contrastarli con labor da combattimento, gli Ingram.

Come si può definire Patlabor? Una serie robotica? Una commedia? Un affresco di personaggi ed esseri umani? Uno spaccato della società giapponese? Tutto questo, e anche di più. Nasce nel 1988 dalla penna dell'esordiente mangaka Masami Yuki, che lo stesso anno ne inizia la serializzazione come manga quasi in concomitanza con una prima, breve serie pilota home video di 7 episodi, concepita e realizzata dal celebre staff Headgear di cui fa anch'esso parte. Miniserie OVA che riscuote un buon successo diventando la garanzia per un prosieguo, che vede la luce nel 1989 fresco del grosso budget dello studio Sunrise, sotto forma di una lunga serie televisiva di 47 episodi. Ed è in questa produzione che si materializzano, rendendosi chiari e riconoscibili, tutti i grandi pregi e difetti che assumono le incarnazioni di Patlabor.

Come ben anticipato della prima serie OVA, Patlabor segna il trascorso dei tempi del Super Robot e delle guerre tominiane. I robot, per la prima e unica volta nel genere, diventano semplici armi della polizia per combattere la criminalità, organizzare operazioni di soccorso o aiutare in lavori manuali. Più che anime robotico, Patlabor va inquadrato come slice of life con elementi robotici, raccontando invece la vita privata e la routine lavorativa dei membri del Secondo Plotone di Polizia sezione Veicoli Speciali composto da Noa, vispa protagonista sempre sorridente e innamorata del suo labor Ingram (ribattezzato amorevolmente Alphonse); Asuma, figlio del presidente delle industrie Shinohara che fa coppia con lei rappresentandone il sostegno morale; il coriaceo e incazzoso Ota, amante dell'azione; Hiromi, timidissimo colosso alto due metri; Shinshi, tranquillo impiegato occhialuto le cui rarissime esplosioni di rabbia lo rendono una furia; e infine il capitano Goto, carismatico capo perennemente annoiato ma arguto come una volpe. In 47 episodi perlopiù autoconclusivi e senza particolari ripercussioni (tolti gli avvenimenti legati alla figura del minaccioso Griffon, qui come nel manga il villain principale nell'unica vicenda legata da continuity) si ha modo di assistere alle loro avventure, ai problemi privati/lavorativi e alle loro favolose litigate di gruppo, sempre seguendo solari atmosfere da brillante commedia che (molto) raramente sconfinano nel serioso e drammatico.


Questo il massimo pregio e limite dell'opera: la formula di episodi stand-alone e dai toni spesso comici inibisce l'evoluzione dei personaggi, proprio perché le loro caratterizzazioni rimangono, realisticamente, sempre uguali. Cosa ovviamente voluta, ma a questo punto è intuibile capire perché Patlabor potrebbe annoiare una certa tipologia di spettatori, quella che potrebbe non sopportare di vedere tanti gradevoli, episodi singoli che esauriscono definitivamente il loro compito ultimata la visione. La tendenziale ripetitività della struttura narrativa non è comunque un difetto così eclatante: la serie è scritta in modo mediamente divertente e appassionante, e anche se non manca, talvolta, la replica di alcuni canovacci (traffico di armi, labor impazziti che seminano distruzione etc), la maggior parte delle avventure è piacevolmente sfiziosa e mai priva di qualche battuta e/o situazione esilarante che non fanno rimpiangere il tempo speso, anche tenendo conto che quasi tutto il materiale è farina del sacco dello sceneggiatore Kazunori Ito e quasi mai basato sui capitoli del manga (a parte nelle fasi finali, quando le idee iniziano a scarseggiare). E Ito, come nel Lamù televisivo da cui proviene insieme all'amico Mamoru Oshii (anche questi dietro lo script di alcuni episodi), sfrutta Patlabor per trasformarlo ancora una volta in un ritratto dell'epoca, riempendolo di riferimenti al cosmo pop del Giappone fine anni 80, coi suoi film, i tomentoni e gli stili di vita mirabilmente richiamati attraverso omaggi e citazioni che ben si prestano a costruire un background storico/geografico credibile in cui far muovere gli attori.

Peccato unicamente per la sua natura di slice of life: divertente e ben confezionato come da standard Sunrise, con buone animazioni ed eccellenti chara/mecha design, di gran lunga superiori a quelli visti nella serie OVA (ancora Yutaka Izubuchi e Akemi Takada, migliorati in definizione e particolari), ma vista una volta la serie televisiva di Patlabor riposerà impolverata nella dvdteca. Storia comunque lungi dall'essere conclusa: per sapere come ha termine la vicenda lasciata in sospeso del Griffon è indispensabile la visione della successiva serie OVA, in cui un Ito e un Oshii ben più ispirati a livello sceneggiativo sfornano le migliori e più carismatiche disavventure del Secondo Plotone di Polizia.



Inqualificabile l'edizione italiana in dvd a cura di Yamato Video uscita in una collana da edicola e fusa ignobilmente insieme alle varie serie OVA: adattamento e doppiaggio ottimi, ma pur disponendo dell'audio giapponese è assurdamente priva di sottotitoli per usufruirne. Per questo è indispensabile recuperare i due recenti box integrati, finalmente, con i sub.

Voto: 7 su 10

SEQUEL
Patlabor: New OAV (1990-1992; ova)
WXIII: Patlabor The Movie 3 (2001; film)
Patlabor 2: The Movie (1993; film)

ALTRO
Patlabor Minimum Mini Pato (2002; corti)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Una delle migliori e valide serie di "real robot" che ancora oggi non conosce emuli, capace di dimostrare che, con un cast ben caratterizzato e
con un'atmosfera poliziesca, qualcosa privo di battaglie spettacolari può riuscire ad appassionare lo telespettatore.
L'unica pecca dell'edizione italiana è il totale cambio di cast dei doppiatori, che porta a una grande confusione quando si vedono le due serie oav e i due film (altro che "serie che prende la polvere in dvdteca")

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità e pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge 7 marzo 2001 n. 62. Molte delle immagini presenti sono reperite da internet, ma tutti i relativi diritti rimangono dei rispettivi autori. Se l’uso di queste immagini avesse involontariamente violato le norme in materia di diritto d’autore, avvisateci e noi le disintegreremo all’istante.